Le favole non sono per i bambini!

Le favole non sono per i bambini! In particolare quelle scritte dai Fratelli Grimm.

Fratelli Grimm
Fratelli Grimm. Fonte: www.sentieriletterari.blogspost.com

Jacob Ludwig Karl Grimm e Wilhelm Karl Grimm (Fratelli Grimm), furono due linguisti e filologi tedeschi, considerati come  i “padri fondatori” della germanistica ma oltre i confini tedeschi sono conosciuti per le loro raccolte di fiabe (Kinder- und Hausmärchen, 1812-1822 e Deutsche Sagen, 1816-1818) alla tradizione popolare tedesca e francese. Ricordiamo che fra le fiabe più celebri si trovano Hänsel e Gretel, Cenerentola, Il principe ranocchio, Cappuccetto Rosso e Biancaneve e altre. Fiabe che hanno fatto la fortuna di Walt Disney che le ha trasformate in film animati aumentando la loro fama a livello mondiale.

Jack Zipes un professore dell’Università del Minnesota, Stati Uniti esperto in germanistica e letterature comparate si è messo a tradurre le prime due versioni delle fiabe dei Grimm rivelando un particolare dimenticato nei secoli ovvero che le fiabe dei fratelli Grimm erano state scritte per lettori adulti e non per i bambini. Jack Zipes dopo questa ricerca ha pubblicato un volume dal titolo: “The Original Folk and Fairy Tales of the Brothers Grimm: The Complete First Edition” in cui raccoglie i testi originali delle favole dei Fratelli Grimm.

Le_Favole_dei_Fratelli_Grimm

Nella prima versione di Biancaneve era la madre biologica a volere la morte della figlia e non la matrigna. E al cacciatore incaricato di ucciderla chiese di portarle i polmoni e il fegato come prova dell’avvenuta morte di Biancaneve, forse si sarebbe dovuta rivolgere a uno più esperto come Jack Lo Squartatore. Lui si che avrebbe portato a termine la missione!

I fratellini Hansel e Gretel furono abbandonati nella foresta a causa delle disperate condizioni economiche della famiglia e fu proprio la madre biologica ad abbandonarli e non il padre sotto la pressione della seconda moglie. Nelle versioni originale delle favole di Biancaneve e Hansel e Gretel le matrigne ne escono bene!

Raperonzolo ragazza madre! Ebbene si la ragazza dalla lunga chioma, chiusa sopra una torre che all’arrivo del suo amato principe lo faceva salire grazie alla sua lunga e forte e resistente chioma bionda. Dopo parecchie visite da parte del principe Raperonzolo si rivolge alla madre: “Perché i vestiti mi vanno sempre più stretti?“. Ora si è capito come mai poi la madre le abbia tagliato la lunga chioma per non far salire nuovamente il principe.

Non va meglio alle due sorellastre di Cenerentola che pur di far entrare i loro piedi nella famosa scarpetta di cristallo seguono il consiglio della madre (matrigna per Cenerentola) a disfarsi di qualche parte del piede sotto gli occhi dello stesso principe: “Qui c’è un coltello. Se è troppo stretta, allora taglia un pezzo di piede. Farà un po’ male. Ma che importa?“. Pur di diventare la futura regina del regno ogni mezzo è lecito o no? Anche quello di amputarsi qualche parte del proprio corpo!

Queste favole furono edulcorate per essere lette anche dai bambini ma altre non riuscirono a passare alla censura come in un racconto in cui due bambini giocano alla macellazione e il fratellino che impersona il macellaio ‘sgozza’ il fratello maggiore che fa la parte del maiale! Sentendo le urla, la madre che si trovava in bagno intenta a lavare il figlio più piccolo nella tinozza, accorre nell’altra stanza e dopo aver visto la scena perde la ragione e si scaglia contro il figlio ‘assassino’ e lo pugnala dritto al cuore uccidendolo di colpo. Dopo aver commesso questo delitto, ritorna nella stanza da bagno dove scopre che anche il figlio più piccolo era deceduto causa annegamento e colta dal rimorso per quello che aveva commesso si suicida. Il marito una volta rientrato in casa, scoprendo quanto era avvenuto in sua assenza muore di crepacuore. In un’altra favola censurata una madre non potendo più dar da mangiare alle proprie figlie cerca di ucciderle!

Come si vede le prime edizioni delle favole dei Fratelli Grimm non erano adatte ad un pubblico di bambini e forse erano destinate ad un pubblico adulto con un forte stomaco e non impressionabile da scene horror e splatter!

Il professor Zipes scrive nella prefazione del libro che: “Tutte le modifiche che furono poi fatte alla prima edizione del 1812/15 non devono farci credere che queste prime storie fossero solo un abbozzo e che avessero bisogno di essere messe a posto e che, quindi, non meritano di essere considerate da noi. Qui i fratelli Grimm non si erano ancora autocensurati. La prima edizione ha un’onestà incantevole e offre una prospettiva insolita sulla cultura dell’epoca e sul comportamento umano “.

Alla fine le favole originali dei Fratelli Grimm sono vietate ai minori di 18 anni! E chi l’avrebbe mai detto?

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