A Harlow (UK) divieto accampamenti nomadi

In Gran Bretagna e più precisamente nella città di Harlow, nell’Essex potrebbe entrare in vigore il divieto a chiunque di non accamparsi nel territorio del comune. L’Alta Corte di Giustizia inglese ha emanato questa singolare ingiunzione con lo scopo di allontanare alcuni nomadi (il seguente divieto si estende anche a tutti gli ignoti) dal comune dopo le innumerevoli lamentele dei cittadini dovute al comportamento discutibile dei loro “vicini di casa”. Rifiuti lasciati dappertutto in strada ma anche in giardini privati, aggressioni subite dai ragazzini del luogo ed episodi di razzismonei confronti di cittadini di etnia africana. Si potrebbe pensare a episodi di intolleranza e razzismo nei confronti della comunità nomade da parte dei cittadini di Harlow ma le denunce raccolte dalle autorità affermano il contrario sia per il numero elevato sia per essere molto particolareggiate nel descrivere i determinati atti.
Alla fine la giustizia britannica si è mossa tramite la sentenza dell’Alta Corte che per la prima volta nella storia del Regno Unito ha decretato illegale accamparsi in ben 454 terreni del comune, anche se si sta attendendo la conferma definitiva dell’atto.

accampamento_nomadi
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Comunque molti cittadini hanno espresso ugualmente commenti liberatori:
I nomadi hanno reso la nostra vita un inferno. Sono contento che se ne siano andati
Li ho visti prendersela con disabili, ma le cose peggiori sono la puzza e la sporcizia. Lungo le piste ciclabili è pieno di escrementi e cartacce
Un giorno ho visto un gruppo di uomini entrare in una proprietà privata rompendo i lucchetti, così ho chiamato la polizia. Hanno mandato una povera donna da sola, non ha potuto fare nulla“.

La vicenda risale al 2013 quando una carovana formata da nomadi irlandesi è giunta a Harlow, dopo essere stati ‘cacciati’ da una città vicina dopo una battaglia legale durata ben 7 anni. Essendo Harlow una città ricca di spazi verdi, i nuovi arrivati non hanno avuto che l’imbarazzo della scelta di dove accamparsi e subito dopo sono incominciate le aggressioni e incidenti che sommati tra loro hanno dato l’idea a Mitch Mitchell (60 anni) di creare un gruppo d’azione denominato “Keep Illegal Camps Out Of Harlow” con l’intento principale di mandarli via dal territorio.  Secondo lo stesso Mitchell: “Perché non dovremmo protestare contro qualcosa di illegale? Ho ricevuto diverse minacce. E la mia paura più grande è che questa sentenza sia solo temporanea. Se così fosse, il nostro timore è che questi nomadi tornino qui puramente per una questione di principio. C’è anche il rischio di essere additati come razzisti o estremisti“. Il Governo Britannico si è affrettato a dichiarare che “La Polizia ha già poteri sufficienti a disposizione per gestire la situazione. Inoltre sono stati forniti al Dipartimento per la tutela delle comunità e al Governo locale poteri straordinari per affrontare i nuovi sviluppi del caso“. Il Dipartimento di Polizia di Essex per voce dello stesso comandante, Sean O’Callaghan ha voluto chiarire che i suoi uomini prenderanno le dovute contromisure in caso di altri danni, in attesa che venga o no confermata la sentenza.

foto_storica_rom
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Se questa sentenza sarà convalidata, molte altre comunità britanniche potrebbero percorrere la stessa strada intrapresa da Harlow per allontanare dal proprio territorio i campi nomadi illegali.
Nel Regno Unito il problema degli accampamenti illegali è molto diffuso e al tempo stesso sentito dalla comunità che si lamentano degli elevati costi di pulizia della sporcizia causata dai nomadi e che ricadono sulle loro tasche di contribuenti della Corona Britannica.

 

Pubblicato in origine su: Cervelliamo

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