Il Royal College of Psychiatrists si scusa per le terapie riparative sui gay

Il Royal College of Psychiatrists si scusa per le terapie riparative sui gay

Le tanto sbandierate ‘Terapie riparative’ promosse in tutto il mondo da svariate associazioni cristiane e di estrema destra (Appoggiate in maniera non tanto velata da alcune parti della Chiesa Cattolica Romana), nel Regno Unito potrebbero avere i giorni contati.

Le ‘Terapie riparative’ sono utilizzate con lo scopo di ‘trasformare’ un gay in eterosessuale. ‘Trasformazione’ che avviene tramite violenza fisica e psicologica, accompagnata da preghiere e riti pseudo religiosi. ‘Terapie riparative’ basate sulla credenza che i gay siano solo degli eterosessuali che hanno perso la via maestra dell’eterosessualità. Via indicata da Dio.

Il Royal College of Psychiatrists (Principale organizzazione di psichiatria del Regno Unito) ha nuovamente chiesto scusa alle vittime e per le violenze subite a causa delle ‘Terapie riparative’ in Gran Bretagna. Un passo in avanti per il bando delle ‘Terapie riparative’ su tutto il territorio britannico.

Ecco il testo del Royal College of Psychiatrists (Fonte Gayburg): “Non esistono parole che possano riparare i danni fatti a chiunque sia stato mai considerato ‘malato mentale’ semplicemente per amare una persona dello stesso sesso. Per coloro che sono stati ‘trattati’ utilizzando procedure non basate su prove da parte di professionisti della salute mentale fino alla fine degli anni ’70, il trauma di tali esperienze non potrà mai essere cancellato.
È importante riconoscere che questa era una volta una procedura standard nei servizi di salute mentale, e in effetti rifletteva un più ampio atteggiamento sociale della paura e dell’odio verso gli omosessuali.
È anche fondamentale sottolineare che i tempi sono cambiati. Studi che una volta avevano affermato di avere una ‘cura’ per l’omosessualità, o di classificarla come malattia in primo luogo, sono stati tutti confutati e sconfitti. Studi che hanno dimostrato che le terapie di conversione hanno avuto successo sono state tutti esposti come metodologicamente difettosi. Ad oggi non esiste uno scenario fattibile in cui un professionista della salute mentale pienamente formato, possa somministrare tale trattamento.
Il Royal College of Psychiatrist ritiene fortemente che il nostro primo compito come dottori sia non arrecare nessun dolore e consideriamo immorale chiunque cerchi di curare ciò che non è un disturbo. La nostra presa di posizione indica chiaramente che l’omosessualità non è un disturbo e non deve essere trattata.
La psichiatria è una delle specialità mediche più diverse che riflette pienamente la diversità dei pazienti. Per noi è un onore e un privilegio conoscere ogni individuo che si addentra nel nostro luogo di lavoro per comprendere le loro preoccupazioni, desideri e ambizioni, e tutte quelle parti che non sono state condivise con qualcun altro. È il nostro compito offrire consulenza non giudizio a chiunque cerchi il nostro aiuto, nonostante il background, l’età, il genere, la sessualità, la razza o religione. Allo stesso modo, incoraggiamo tutti gli interessati alla salute mentale a scegliere la psichiatria e ad assumere ciò che può essere descritto solo come una delle carriere più soddisfacenti e gratificanti.
L’ingiustizia di coloro che si trovano all’interno della comunità LGBT che sono stati trattati come malati mentali a causa del loro orientamento sessuale è fortemente sentita dai professionisti di oggi della salute mentale. Non possiamo riscrivere la storia, ma quello che possiamo fare è chiarire che oggi le nostre porte sono aperte e che i principi di uguaglianza e diversità saranno portati avanti con passione.
Per chiunque sia in cerca di sostegno, siamo qui. Per chiunque abbia il desiderio di scegliere la psichiatria e di sostenere gli altri, siamo qui.
Per chiunque spera di lavorare con noi per risolvere i torti del passato, siamo qui. È con grande rammarico che sentiamo le storie di pazienti come Jeremy Gavins, che ci confermano quanto l’impatto sia stato duraturo, su di lui e su tutti quelli sottoposti alle terapie.
È con apertura, gentilezza e umiltà che alziamo le mani, apriamo le nostre porte e combattiamo instancabilmente per fornire il trattamento etico e basato sulla salute mentale che tutti noi meritiamo”.

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