La Mia Vera Vita – Racconto d’estate

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La Mia Vera Vita – Racconto d’estate by Andrea Sanna (A.J.Reed)

Erano appena trascorse due settimane dal loro ultimo incontro e ancora, non riusciva a dimenticare quelle parole: ‘Non provo più nulla per te! Mi dispiace ma… non ti amo più!’. Un fulmine a cielo sereno!  Che cosa era accaduto? Per quale motivo aveva deciso di troncare?

Le domande si susseguivano una dietro l’altra, senza alcuna risposta. Non riusciva a farsene una ragione ma decise lo stesso di combattere per riconquistare il suo uomo, dopotutto in passato si erano amati tanto e forse, l’amore e la passione potevano riaccendersi. Valeva la pena tentare!

Riaffiorarono i vecchi ricordi di quella calda estate, quando si videro per la prima volta, e del bacio dato su quella spiaggia deserta sotto un favoloso cielo stellato.

Pianse per quei momenti oramai lontani. Le mancavano le carezze, la voce, le labbra, il suo corpo… alla fine, esausta si addormentò sul cuscino ancora umido di lacrime.

Il giorno seguente, uscendo dall’ufficio, decise di passeggiare per le vie del centro, girare tra i negozi le avrebbe fatto dimenticare per un po’ la sua disavventura sentimentale.

Si fermò ad ammirare un abito da sposa che imperava al centro di una vetrina quando a un tratto, attraverso il riflesso del vetro, notò un particolare insperato.

L’immagine non era nitida, ma quel portamento, quei lineamenti non la potevano trarla in inganno… era lui! Era la prima volta che lo rivedeva dopo la rottura del loro rapporto, il cuore incominciò a batterle come un’orchestra di tamburi, cercava di restare impassibile, anche se in realtà, si senti quasi mancare.

Andargli incontro o aspettare? Era indecisa sul da farsi: ma inaspettatamente fu lui a prendere l’iniziativa per primo, cosi di punto in bianco! Lei trasalì dalla gioia vedendoselo arrivare con passo deciso, perché questo voleva significare una sola cosa: non l’aveva dimenticata!

L’amava ancora, dunque! S’impose di rimanere calma, il suo orgoglio le impediva di lasciarsi trasportare dai sentimenti, anche se, in cuor suo, avrebbe voluto corrergli incontro per gettargli le braccia al collo e piangere, piangere di felicità.

Lo vedeva avvicinarsi sempre di più… finalmente, dopo tanto tempo, il suo amato stava tornando da lei… ma cosa?! Ebbe un sussulto e il sangue si gelò nelle vene! Intravide una ragazza che come se niente fosse, si buttò tra le sue braccia… tempestandolo di baci, lui … il suo uomo! Non ebbe il coraggio di voltarsi ma continuò a osservare quell’incontro dal riflesso della vetrina.

Cos’era accaduto? Si domando mestamente. Doveva esserci lei al posto di quella sconosciuta! Sentiva le loro risate, li vide abbracciarsi l’uno con l’altro e baciarsi. Ogni loro tenerezza era per lei una pugnalata al cuore. Quella donna le stava portando via la sua vita… quella che avrebbe dovuto vivere con lui. L’uomo che amava perdutamente.

E mentre si allontanavano, decise pure lei di tornarsene a casa col cuore colmo d’amarezza mista a rabbia. Si sentiva delusa, amareggiata, ma più di tutto si sentiva tradita.

Quella notte non chiuse occhio, rimuginò a lungo sull’accaduto. Continuava a fissare con lo sguardo un punto nel vuoto della stanza mentre i pensieri si accavallavano nella mente, senza darle un attimo di tregua.

La mattina seguente non si presentò in ufficio, aveva ben altro da fare quel giorno!  Doveva indagare sulla vita della rivale, doveva scoprire cosa aveva di tanto particolare quell’insignificante essere che si spacciava per una donna!

Era ormai tarda sera quando rincasò, aveva camminato per ore e ore ma n’era valsa la pena, l’indagine aveva dato i frutti sperati.

Doveva sentirsi soddisfatta del risultato ottenuto, ma non era cosi, non le bastava, doveva riprendersi ciò che gli era stato portato via.

Trascorsero cinque mesi, un lungo periodo nel quale non fece altro, che seguire i vari spostamenti della rivale, in ogni luogo, con qualunque tempo e a qualsiasi ora del giorno e della notte, lei era lì. S’isolò completamente, allontanò da sé le persone care, perse il posto di lavoro ma continuò imperterrita nella sua missione. Oramai null’altro le importava, doveva andare avanti a qualunque costo. L’illusione che alla fine, sarebbe riuscita a ritrovare la felicità perduta gli faceva da paraocchi, nascondendogli la realtà. E cosi, nella sua più completa cecità mentale non si rese conto di aver intrapreso un viaggio senza ritorno.

Una mattina uscendo dall’ostello, nel quale approdò dopo essere stata sfrattata dall’appartamento in cui viveva, non riuscì a rintracciare la rivale. La cercò sul posto di lavoro, a casa, dal parrucchiere e per tutta la città ma non ci fu verso di trovarla. Scomparsa!

Nessuno poteva svanire nel nulla, probabilmente si era nascosta. Sì, era cosi! Doveva pur trovarsi da qualche parte e forse alcuni passanti l’avevano notata.

<<Avete visto dov’è andata la mia vera vita? Nessuno?>> domandava mugolante, trascinandosi il proprio corpo afflitto, ai vari passanti che, sgomenti e seccati, evitavano la sua immagine. La consideravano una povera pazza, a qualcuno ripugnava la sua vicinanza, qualcun altro invece, provando un briciolo di pietà le offriva monete spicciole.

(Continua dopo la foto)

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Era un’emarginata e a nessuno importava di lei, nulla aveva più senso oramai.

All’alba di una fredda mattina d’autunno, la rinvennero priva di vita in riva al mare.

Le persone che l’avevano realmente conosciuta, gli stessi emarginati suoi compagni di strada, sapevano in cuor loro, che quella ragazza incominciò a morire qualche anno prima, quando s’intestardì nella disperata ricerca di un qualcosa che non esisteva più.

Si spense triste e in solitudine su quella spiaggia, la stessa, dove incontrò quell’amore che l’avrebbe fatta morire.

La Mia Vera Vita! By Andrea Sanna

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