Ungheria: Italiano gay minacciato di morte

L’Ungheria è una nazione omofoba come dimostra il drammatico caso di Andrea Giuliano, italiano, attivista per i diritti gay, gay che lavora presso una multinazionale statunitense a Budapest e che dal 2014 è sotto costante minaccia di morte da parte dei membri dell’associazione xenofoba, antisemita, ultra nazionalista ungherese denominata “Motociclisti dal Sentimento Nazionale”.

Estate 2014. L’inizio dell’incubo. << Lavora qui il frocio italiano che ha insozzato la nostra bandiera?>> questa la frase di Gyorgy Gyula Zagyva, ex deputato del Partito Jobbik al suo interlocutore, il responsabile alla sicurezza della multinazionale statunitense dove lavora Andrea Giuliano.

Andrea_Giuliano
Andrea_Giuliano

Nelle pagine Facebook di molte organizzazioni neonaziste tra cui “Motociclisti dal Sentimento Nazionale” sono stati pubblicati diversi messaggi e minacce contro Andrea Giuliano:

<< Zingaro italiano, puoi correre, ma non ti puoi nascondere>>

<< Mica sarà un caso che abiti nel quartiere ebraico?>>

<< Vedrete che presto passerà a miglior vita>>

<< Ti inchioderemo il pene alla porta di casa>>.

Oltre che essere un attivista gay in una Nazione in cui un cittadino su tre appoggia le idee di estrema destra, ha fatto della satira politica nei confronti dei “Motociclisti dal Sentimento Nazionale” durante il Gay Pride ungherese dello scorso anno a Budapest, dove sopra un carro sventolava la parodia della bandiera del club ultranazionalista che al posto della moto stilizzata compariva un “fallo”. Quel gesto di Andrea Giuliano ha scatenato le ire dell’ultradestra nazionalista che ha pubblicato sul web la foto incriminata, il suo indirizzo di casa e quello del suo datore di lavoro e al tempo stesso inondando la mail del suo capo per chiederne il licenziamento perché “Infanga il Paese e la religione cristiana.

Gay_Pride_Ungheria_scortato_polizia_anti_sommossa
Gay_Pride_Ungheria_scortato_polizia_anti_sommossa

Questa associazione (Motociclisti dal Sentimento Nazionale) xenofoba e ultranazionalista è guidata da Sandor Jeszenszky (Ex militante Jobbik) fotografato anni fa all’interno di un locale intento a praticare la “Lap Dance” in versione hard con un costume di paillettes.

Dalle minacce verbali alle minacce fisiche il passo è stato breve, infatti una sera rientrando a casa si ritrova due uomini all’ingresso, fortunatamente riesce a scappare ma da quel giorno ha dovuto cambiare abitazione dieci volte, adesso vive con degli amici ed evita i contatti con gli sconosciuti e i vicini di pianerottolo ma al peggio non c’è mai fine perché a un certo punto Sandor Jeszenszky mette una taglia di 10mila dollari sulla sua testa.

A giugno dovrà presentarsi in tribunale per l’udienza in cui lo vede imputato per diffamazione nei confronti dell’associazione di estrema destra “Motociclisti dal Sentimento Nazionale”, infatti, Andrea Giuliano è stato querelato da Sandor Jeszenszky la stessa persona che lo ha minacciato di morte.

In Ungheria hanno uno strano concetto di diffamazione come sostiene Andrea Giuliano: << La mia domanda è come ho fatto a infangare il “buon nome” di un’associazione che promuove iniziative dal titolo “Dai gas” che passano provocatoriamente davanti alla sinagoga? E poi: è possibile infangare il “buon nome” di un’associazione che mi ha minacciato di morte?>>.No_omofobia

Mentre il processo nei suoi confronti inizia, quello che lo vede in veste di vittima si trova ancora sulla linea di partenza e secondo il suo avvocato difensore, dopo un altro anno e mezzo di blocco, si potrà fare ricorso alla Corte di Strasburgo.

Magra consolazione come lo spiega lo stesso Andrea Giuliano: << La domanda, ancora una volta, è semplice: è legale quello che hanno fatto loro? No. È legale, quello che ho fatto io? Sì>>.

Il caso di Andrea Giuliano è approdato in Europa grazie all’interessamento dell’Eurodeputato Pd, Daniele Viotti che afferma: << Ho dovuto leggere l’articolo due volte, non ci potevo credere. I dettagli sono semplicemente terrificanti, ho vissuto l’angoscia di Andrea. E’ assurdo che tutto questo succeda in Ungheria, a mille chilometri da qui, in Europa>>. Senza contare che << E’ agghiacciante immaginare cosa possa significare vedere il tuo nome sul sito con una taglia>>.

Anche Equality con il suo presidente Aurelio Mancuso si sta muovendo in aiuto del nostro connazionale: << Ci stiamo sentendo con tutte le associazioni Glbt italiane, con il Pd e i gruppi parlamentari: vogliamo interessare immediatamente il ministero degli Esteri perché se ne occupi. Si tratta di tutelare un italiano nell’Ue, vogliamo assicurarci che viva in condizioni di sicurezza in quel Paese. L’Ungheria, peraltro, è già sotto osservazione nell’Ue per lo scarso rispetto diritti degli omosessuali>> senza contare << L’assurdità di essere a rischio di vita in un Paese dell’Ue perché si è omosessuali>>.

Fonte: La Stampa

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