Unioni Civili. Il giorno dopo

Il giorno dopo la grande manifestazione per le unioni civili, si tirano le somme. La manifestazione principale si è svolta a Piazza del Pantheon a Roma ha lasciato il segno tra cittadini, passeggini con bambini, bandiere arcobaleno, selfie, ragazzi, allegria e consapevolezza del reale motivo della manifestazione.

Imma Battaglia veterana e passionaria della lotta per i diritti civili dei cittadini LGBT alle persone presenti a Roma:Chiedo scusa ai bambini offesi da politici omofobi di mestiere. Perché il family day non lo fanno contro quei sacerdoti pedofili che hanno davvero rovinato le vite di bambini e famiglie? Perché non lo fanno contro chi ha preso i soldi destinati all’ospedale Bambin Gesù?”. La folla le dedica una vera ovazione di approvazione.Siamo stanchi di fare delle trattative sulle nostre vite, sui nostri amori non si possono fare emendamentiun segnale diretto al Governo Renzi e al suo trascinare l’approvazione del Ddl Cirinnà.

La testimonianza di Marta che ha portato le proprie bimbe alla manifestazione per i diritti civili, le stesse che gridanoSveglia” con i loro palloncini viola. Lei, medico, cattolica ed eterosessuale che manifesta, insieme alle sue bambine per dei diritti civili che mancano in Italia:Sono qui per i miei amici che hanno dovuto trasferirsi per due anni a Barcellona prima di potersi sposare e mettere su famiglia, per un’altra coppia che invece non ha nessuna voglia di lasciare l’Italia, per tutte le coppie che incontro nel mio mestiere, quando uno dei due ha un problema di salute e l’altro non può prendere decisioni. Sono cattolica, e non ho percepito nelle parole del Papa alcun ostracismo per queste famiglie. Nessuno sta pensando di estendere alle coppie gay il sacramento del matrimonio, ma i diritti sono un’altra cosa”.

Diritti_Civili
Diritti_Civili

A pochi passi da Marta e le sue bambini, troviamo una famiglia composta da Giulia, Martina e il piccolo Gabriele di soli 7 mesi. Una famiglia inesistente per lo Stato italiano, dove Martina è considerata un’estranea per suo figlio ma che ai suoi occhi sarà la sua mamma:Eppure l’abbiamo pensato, cercato e cresciuto insieme dal primo istante. Ora non posso portarlo neppure a fare un vaccino, e all’asilo solo con una delega scritta della mia compagna. Ecco perché una legge senza stepchild sarebbe semplicemente indecorosa, una vergogna per un Paese civilee al suo fianco suo padre Alberto che non sarà nonno per la Legge italiana ma non per il suo piccolo nipote Gabriele. Martina spiega che:La stepchild non è un’adozione legittimante, questo vuol dire che i miei genitori per lo Stato non saranno comunque nonni, Gabriele non potrà avere, ad esempio, parte della loro eredità”.

Alla fine arriva sul palco l’ospite “principale”, Monica Cirinnà accompagnata dal marito e dai figli. L’autrice del disegno di legge per il riconoscimento delle unioni civili:Vi dico grazie, senza il vostro sostegno non saremmo arrivati fino qui, questa è la piazza di tutte le famiglie, non è contro nessuno, quando un Paese ha più diritti nessuno ci perde e la piazza risponde conNon toccate una virgola, la legge è solo il primo passoe lei risponde:Non ci fermeranno”.

Matrimonio_gay
Matrimonio_gay

Monica Cirinnà non è l’unica politica presente alla manifestazione per il riconoscimento dei diritti civili, infatti, troviamo Roberto Speranza e Miguel Gotor (Minoranza Dem), Stefano Fassina, Loredana De Petris e Massimiliano Smeriglio (SEL), Luigi Manconi e Poalo Ferrero (PRC) e anche Benedetto Della Vedova, Sottosegretario agli Esteri con un passato nella coalizione di centrodestra che afferma:Il ritardo dell’Italia nel riconoscere i diritti e i doveri alle coppie gay è indifendibile. Dopo tante discussioni, si tratta di scegliere tra sì e no. Facciamolo a voto palese, senza trucchi, così che gli elettori potranno giudicare”.

La proposta del voto palese (Che mai sarà accettata) è stata accolta di buon grado dalle Associazioni LGBT che invocano più trasparenza da parte dei Senatori e per questa ragione che hanno deciso di organizzare un primo sit-in davanti a Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica Italiana per il 28 gennaio e un secondo il 2 febbraio, giorno in cui dovrebbero iniziare le votazioni del Ddl Cirinnà.

La manifestazione di Roma non è stata l’unica organizzata, infatti, sono state un centinaio le piazze che si sono colorate dell’arcobaleno come Milano, Firenze, Torino, Bologna, Genova, Napoli, Palermo, Bari, Cagliari e altre tante città.

Serracchiani afferma che il Ddl Cirinnà non prevede unaequiparazione tra unioni civili e matrimonio” e “Questo riconoscimento di diritti non significa nessun attacco alla famiglia e nessuna voglia di creare dei contrasti tra chi questi diritti li vuole e chi non li ritiene necessari”.

Le sveglie hanno suonato per svegliare gli italiani e in particolar modo ai politici, visto che il tempo di attesa è ampiamente scaduto.

Irlanda_Si_Fonte
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Dal palco sistemato in Piazza del Pantheon si è levata la voce:In tutta Italia siamo un milione. La più grande manifestazione mai organizzata in Italia dalla nostra comunità”.

Una manifestazione che ha diviso in 2 l’opinione pubblica tra i favorevoli e i contrari, svoltasi 6 giorni prima del Family Day per la difesa della cosiddetta famiglia “tradizionale”.

Ovviamente non è mancata la guerra delle cifre tra chi afferma che i manifestanti per i diritti civili non raggiungevano neppure la soglia dei 100mila mentre gli organizzatori della manifestazione hanno dichiarato di essere 1 milione di persone tra tutte le piazze d’Italia ma ha poca importanza.

L’Italia e la maggioranza dei cittadini è pronta a riconoscere (Finalmente) le unioni civili gay. I politici “estremisti” e il vaticano se ne facciano una ragione.

Fonte: Google News; Huffington Post Italia.

 

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