Vanessa e Greta. 11milioni di riscatto.

La vicenda delle 2 cooperanti Greta e Vanessa rapite in Siria il 31 luglio 2014 e liberate 15 gennaio 2015, si arricchisce di un altro tassello. Un tassello molto simile al segreto di Pulcinella.
I gruppi terroristici di matrice islamica per mandare avanti le loro azioni di guerra, devono finanziarsi e per farlo, oltre a vendere al mercato nero reperti archeologici di inestimabile, rapiscono gli stranieri per poi chiedere il pagamento di un riscatto ai vari Governi Nazionali, come accaduto per le nostre 2 cooperanti Greta e Vanessa.
Ripercorriamo brevemente la loro vicenda. Una vicenda che ha diviso l’Italia in 2 parti:

Il 31 luglio 2014 si perdono i contatti con le 2 cooperanti italiane Vanessa Marzullo di Brembate (Bergamo, 21 anni) e Greta Ramelli di Besozzo (Varese, 20 anni) che lavorano per progetti umanitari in Siria, ad Aleppo. Immediatamente l’unità di crisi della Farnesina si mise subito alla loro ricerca, dichiarando che le 2 ragazze si trovavano in Siria (Zona di guerra da 3 anni) per Seguire progetti umanitari nel settore sanitario e idrico”.

Le_2_cooperanti_rapite
Le_2_cooperanti_rapite

Immediatamente le voci dei media locali affermarano che dietro il loro sequestro c’era un commando armato che già in precedenza si era macchiato di diversi rapimenti (Attivisti e giornalisti) ed ecco quanto dichiarò all’Adnkronos la Presidentessa della OnlusRose di Damasco” (Dove lavoravano le 2 cooperatrici) Silvia Morini riguardo il rapimento di Greta e Vanessa: “Avevamo un appuntamento su Skype giovedì scorso, il 31 luglio ma Greta e Vanessa non erano in linea. Dalla loro partenza, il 22 luglio, ci eravamo sentite tre volte, mi avevano confermato che il progetto nel quale erano impegnate andava avanti, tanto che avevano intenzione di restare ad Aleppo e mi consultavano proprio per l’invio di altri fondiLe due ragazze sono partite per la Siria il 22 luglio dopo che il 20 luglio avevamo fatto insieme una serata di raccolta fondi a Como. Il loro progetto, è finanziato anche dalle associazioni ‘Ipsia’ ed ‘Sos Siria’ di Varese, oltre che da ‘Rose di Damasco’ di Asso, in provincia di Como, e dalla comunità siriana araba in Italia. In particolare il loro progetto era finalizzato ad acquistare kit di pronto soccorso e pacchi alimentari, da distribuire al confine. Loro, avendo fatto dei corsi infermieristici, istruivano i ragazzi in materia di Pronto soccorso”.

Aleppo_Siria
Aleppo_Siria
Alla fine le 2 ragazze furono liberate e poterono rientrare in Italia ma sin dal giorno della loro liberazione, le voci del possibile pagamento di un riscatto da parte del Governo italiano si fecero largo tra la stampa, suscitando rabbia e sdegno nella maggioranza dei cittadini italiani. 

Una voce smentita il 16 gennaio 2015 dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni durante un’informativa alla Camera dei Deputati: “In merito al tema dei riscatti ho letto indiscrezioni prive di reale fondamento e in qualche caso veicolate da gruppi terroristici. Solo illazioni: Italia contraria al pagamento”. Il Governo italiano dichiarò pubblicamente che nessun riscatto era stato pagato per la liberazione di Vanessa e Greta zittendo ogni tipo di insinuazione ma oggi fonti giudiziarie provenienti da Aleppo (Siria), riaprono il caso: “Per il riscatto di Greta e Vanessa sono stati pagati 11 milioni di euro”.

Siria
Siria
La notizia del pagamento del riscatto è giunta da Aleppo (Siria) dove una delle persone coinvolte nel negoziato del caso di Vanessa e Greta è stata condannata dal Tribunale islamicoper essersi intascata circa la metà del riscatto.
L’Ansa è riuscita a ottenere una copia digitale del testo della condanna (2 ottobre 2015) dal tribunale Qasimiya del Movimento Zenki (Provincia di Atareb).
Secondo quanto riporta la condanna, Atrash si è intascato la somma di 5 milioni di dollari su un totale di 12 milioni e mezzo di dollari (Circa 11 milioni di euro).
E il restante 7 milioni e mezzo di dollari sarebbero stati suddivisi tra i restanti signori della guerra locali per finanziare la loro guerriglia.
11 milioni di euro pagati dallo Stato Italiano per la liberazione di 2 cooperanti (Pagate per quel lavoro) rapite in Siria (Nazione in guerra), soldi presi dalle tasche dei contribuenti italiani!
Uno scandalo tutto italiano! 
Fonte: Google News; Il Fatto Quotidiano; Verosimilmente Vero Blog.

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