La Brexit Non c’è fretta se va bene al massimo nel 2020

La Brexit Non c’è fretta se va bene al massimo nel 2020

La Brexit Non c’è fretta se va bene al massimo nel 2020 questo quanto si vocifera nei corridoi europei e britannici.

Dopo la vittoria del SI al Referendum dello scorso 23 giugno in cui i cittadini britannici hanno decretato l’uscita dall’Unione Europea, tutto sembrava avviato in quella direzione e invece è ancora tutto in alto mare.

Il nuovo Primo Ministro britannico Theresa May (Subentrata al dimissionario David Cameron) aveva dichiarato che le pratiche per il divorzio dall’Unione Europea sarebbero state presentate all’inizio del 2017. Decisione che aveva fatto storcere il naso ai membri dell’Unione Europea, la cui linea politica nei confronti della Brexit era di un’uscita “veloce”, ma oggi qualcosa è cambiato.

Parigi, Berlino e Londra sarebbero pronte ad accordarsi per posticipare l’inizio del divorzio al più tardi al 2020.

Cosa ha portato Parigi, Berlino e Londra a questa decisione?

Semplicemente per 3 motivi:

1) Il Regno Unito non è preparato per la Brexit
2) Elezioni francesi in primavera
3) Importante test elettorale tedesco in autunno

Alla fine né la Francia, né la Germania e neppure il Regno Unito sono pronti per la Brexit, infatti, basta vedere i problemi dei 2 Ministri britannici con delega al divorzio dall’Unione Europea.

Il Primo Ministro britannico Theresa May ha nominato 2 Ministri ad hoc per occuparsi a tempo pieno della gestione della Brexit ma come detto sono in netto ritardo con i preparativi.

Il Segretario alla Brexit, David Davis dovrebbe assumere 500 collaboratori ma purtroppo per lui ne mancano all’appello più della metà mentre Liam Fox Ministro per il Commercio Internazionale deve recuperare mille esperti e secondo le fonti si è fermato a 100.

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Brexit

La domanda di divorzio deve essere presentata all’Unione Europea direttamente da Londra e poi sarà lo stesso parlamento Europea a mandare avanti la pratica con i relativi incontri tra le parti e se i tempi erano già lunghi, adesso potrebbero diventare biblici.Se la decisione di posticipare la pratica Brexit è ben gradita da Parigi, Berlino e Londra, Roma non potrebbe gradire. La speranza di Roma e di Milano era quella di accogliere a braccia aperte le grandi aziende internazionali in fuga dalla City di Londra, ma sicuramente il Premier Matteo Renzi si accoderà alla decisione del Triumvirato Europeo.

Alla fine il Regno Unito non ha tutta questa fretta di dire addio all’Europa come del resto l’Unione Europea.

Una voce fuori dal coro è quella di Neil Farange, vincitore “morale” della Brexit che ha già dichiarato di un suo possibile rientro nella politica attiva britannica, nel caso di rallentamenti sul divorzio Regno Unito – Unione Europea.

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