Cagliari non è poi così male. Parola di una ragazza trans

Cagliari non è poi così male. Parola di una ragazza trans

Trovare un lavoro stabile in Italia e soprattutto al sud è diventata una vera impresa epica, se poi sei una ragazza trans in una città del sud i ‘no’ e le porte chiuse si moltiplicano.

E l’unica via di salvezza è di abbandonare la città natale per qualche altro lido.

Il clima d’intolleranza e razzismo nei confronti delle persone considerate ‘diverse’ racconta di aggressioni (Fisiche e psicologiche) avvenute in strada e peggio anche all’interno delle famiglie è aumentato ‘grazie’ alla discutibile politica italiana dovuta alle posizioni estreme del Governo Salvini-DiMaio.

Però ogni tanto possiamo leggere qualche buona notizia come la lettera di Nicole Porcu, inviata alla redazione del quotidiano sardo L’Unione Sarda dove racconta la sua odissea nel trovare lavoro come ragazza trans. Odissea finita nei migliori dei casi.

Gentile Redazione,
scrivo per raccontarvi la mia storia, quella di una ragazza trans che finalmente, e grazie ad una giovane imprenditrice sarda che è andata oltre i pregiudizi ed i preconcetti, è riuscita a trovare a Cagliari un lavoro stabile dopo tanti anni di sacrifici e lavoretti senza soddisfazione personale né professionale.
Anni di rifiuti e anni di no, in cui mi sono sentita inutile e rifiutata dalla società. Fino a due settimane fa stavo infatti programmando la mia partenza, che sarebbe servita a darmi un futuro migliore e ‘normale’”.

“Anche la nostra città sta finalmente iniziando a cambiare”

Alla fine Cagliari ha dimostrato di non essere poi una città retrograda, transfobia e colma di pregiudizi come scrive Nicole: “Perché essere se stessi, che tu sia trans, gay o qualsiasi altra cosa pareva che a Cagliari fosse ‘reato’.. mi ero quasi convinta di vivere nella città del pregiudizio. Oggi, con il petto gonfio d’orgoglio per non avere mai smesso di crederci posso finalmente raccontare di avere un lavoro”.

Il testo integrale della lettera di Nicole Porcu la potrete trovare sul sito L’Unione Sarda.

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