Dal cambio di sesso alla battaglia contro la discriminazione

Dal cambio di sesso alla battaglia contro la discriminazione
Bandiera Transessuale

La difficile battaglia di una giovane donna dopo la liberazione dalla sua prigione di uomo contro le discriminazioni di ogni giorno

Lei è una giovane donna di 23 anni che da sempre aveva capito di essere prigioniera all’interno di un corpo maschile ma per paura non riusciva ad ammetterlo, neppure con se stessa. Una situazione difficile che ha condizionato molto la sua giovane vita. La svolta a 14 anni, grazie ai genitori e allo psicologo mentre 4 anni dopo la sua rinascita.

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La storia di ‘Alessia’, nome di fantasia per tutelarne la privacy è stata riportata dalla giornalista Silvia Sanna del quotidiano sardo La Nuova Sardegna.

‹‹ Finalmente donna, come mi sento da sempre anche se quando ero ragazzina facevo fatica ad ammetterlo. I miei compagni l’avevano capito subito, mi prendevano in giro, sapevano essere feroci. Le Medie sono state il periodo più duro, perché io già sapevo chi ero e come volevo diventare. I miei genitori invece non lo avevano capito. Io fingevo, dicevo che mi piacevano le ragazze. Avevo paura di farli soffrire, di deluderli, di essere giudicata da loro e dal resto della famiglia››

Fonte La Nuova Sardegna

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Proseguendo nella storia, ‘Alessia’ ha 18 anni ottiene il via libera dal Tribunale alla rettifica anagrafica ma si tratta del primo passo verso la sua rinascita. La rinascita in Thailandia dopo 2 settimane di degenza ospedaliere.

‹‹ (…) È stato stranissimo, mi sono svegliata con un organo femminile che prima non c’era, ero felice ma faticavo ad accettarlo. Ero vittima di un disturbo post traumatico da stress. Ci sta, la mia vita in effetti non è stata tra le più semplici››.

Fonte La Nuova Sardegna

Una vita non facile quella di ‘Alessia’ piena di pregiudizi, violenza, discriminazione e con una storia sentimentale con un ragazzo, finita nei peggiori dei modi per colpa della famiglia di lui che non approvava quell’amore ‘diverso’. E adesso? Lasciamo la parola alla protagonista.

‹‹ Mi sono trasferita in un’altra città, ho un ragazzo: sto bene con lui, ho sentito di raccontargli subito la mia storia. Lui è rimasto stupito: ha detto che da solo non l’avrebbe mai capito. Ma ho paura. Temo che i suoi genitori possano mettersi di traverso come quegli altri, che non abbiano la mentalità sufficientemente aperta per capire il mio cambiamento, il mio percorso interiore ed esteriore. Vivo con ansia nel timore che le mie scelte possano condizionare la mia vita, la mia carriera. Mi viene in mente quel ragazzo che mi ha buttato sull’asfalto, ricordo gli insulti. Sogno un mondo libero dai pregiudizi, un mondo che mi rispetti››.

Fonte La Nuova Sardegna

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