Diritti civili, questi sconosciuti!

Quest’anno le autorità locali della città russa di San Pietroburgo hanno deciso di adottare una nuova tattica per bloccare il LGBT Pride Rally, e in tutta legalità.

Gli anni precedenti le autorità si erano limitate a vietarlo in maniera definitiva ma forse le pressioni internazionali e locali, hanno portato a questo escamotage burocratico molto efficace.

Il gruppo LGBT Ravnopraviye (Gli organizzatori del Rally) si è visto negare i permessi riguardanti il manifestare per le vie della città russa e come sede alternativa e è stata suggerita il remoto villaggio di Novosyolki e come seconda scelta una discarica sull’isola Vasilievsky.

Yury Gavrikov membro dell’organizzazione LGBT Ravnopraviye ha rilasciato una dichiarazione nella quale affermava che durante l’ultima udienza del tribunale, avvenuta in autunno, il giudice ha affermato con serietà che il remoto villaggio di Novosyolki era uguale al centro di San Pietroburgo! Secondo questa dichiarazione un campo di patate vicino all’aeroporto equivaleva alla seconda maggiore città russa!

O San Pietroburgo è decaduta a livelli inspiegabili o il villaggio di Novosyolki è divenuto un vero gioiello di architettura!

Comunque gli organizzatori, anche senza i permessi, non annulleranno la manifestazione come negli anni precedenti. La battaglia per i diritti civili in Russia continua e non solo lì!

Qualche giorno addietro un tribunale di San Pietroburgo ha dichiarato l’organizzazione per i diritti LGBT un “agente straniero” ovvero un gruppo che svolge attività ‘sovversiva’ per conto di nazioni straniere, e questo comporta limitazioni nelle azioni, manifestazioni e comunicati pubblici.

E questo episodio è da ritenersi il meno grave, poiché in Russia l’omofobia è protetta dallo Stato e ogni cittadino può utilizzare qualsiasi mezzo per salvare le giovani menti russe dalla ‘Lobby’ LGBT.

Fonte: http://colombia.ragap.com/ Leader russo di Occupy Pedofilyai

I gruppi registrati anti LGBT in Russia sono circa 445 e si spartiscono il territorio della Federazione con il compito di dare la caccia (si tratta di questo) ai pedofili che sono equiparati ai gay e ai giovani che vanno cercano sesso con anziani per denaro (Occupy Pedofilyaj e Occupy Gerontilyaj).

Durante i Giochi Olimpici Invernali 2014 tenutosi a Sochi sono saliti alla ribalta della cronaca mondiale per le loro aggressioni ai danni di attivisti LGBT o semplici cittadini ‘sospettati’ di essere gay o lesbiche e per i video messi online dove torturavano e umiliavano le loro vittime. Un  sondaggio Pew Poll mostra dati allarmanti.

1 russo su 4 non accettano l’omosessualità.

Il 5% ritiene che i gay vadano <<Liquidati>>.

L’85%  è contro il matrimonio fra persone dello stesso sesso.

Il resto dei russi considera l’omosessualità una malattia.

Fonte: noticias.terra.com.pe

Adesso non se ne parla più, nei giornali o nei siti internet non compaiono più notizie. L’interesse è scemato ma questo non ci deve impedire di continuare a lottare e far conoscere la verità al mondo.

Mentre a Verona il consiglio comunale approva con 17 voti favorevoli e 12 contrari una mozione per impedire che si discuti di omosessualità nelle scuole comunali, istituendo per fino un osservatorio che dovrà vigilerà sulle attività scolastiche permettendo ai genitori di:

“un’adeguata informazione preventiva […] sul contenuto dei progetti di educazione all’affettività e alla sessualità, come pure sugli spettacoli e sugli eventi ludici, che vengono proposti ai loro figli”.

Alberto Zelger, consigliere della Lista Tosi e promotore della mozione è un grande sostenitore de La Manif Pour Tous Italia e al tempo stesso presidente del Movimento Europeo per la Difesa della Vita e Dignità Umana (Una associazione dotata di un assistente ecclesiastico nominato con bolla vescovile che promuove iniziative con altre associazioni  «che si ispirano alla concezione cristiana della vita e dell’uomo»).

In Arabia Saudita un 24enne è stato arrestato dalla polizia religiosa del paese con l’accusa di aver contattato tramite Twitter uomini con lo scopo di fare del sesso e con questa accusa è stato condannato quattrocentocinquanta frustate  distribuite in quindici sessioni e a tre anni di prigione.

It's_Love

L’omosessualità è bandita in Arabia Saudita e negli altri stati del Consiglio di Cooperazione degli Stati del Golfo Persico (Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar).

 

Al peggio non c’è mai fine!

 

Fonte: Pink News; Queerblog; Gayburg.

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