Il Comune di Bologna contro i manifesti omotransfobici di Pro Vita e Famiglia Onlus

Il Comune di Bologna contro i manifesti omotransfobici di Pro Vita e Famiglia Onlus

In diverse città italiane sono stati rimossi, in altre si sta valutando una consulenza legale come a Bologna

La campagna nazionale promossa dall’associazione Pro Vita e Famiglia Onlus (associazione che combatte contro i diritti LGBTQ+, contro il diritto all’aborto e all’eutanasia) è finita nell’occhio del ciclone.

Nei manifesti compare la scritta: “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini. #stopgender” in primo piano un bambino imbronciato ai lati, una mano maschile con smalto arcobaleno che propone un rossetto mentre nell’altro lato, una mano femminile intenta a mettere un papillon rosa.

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Secondo i promotori di Pro Vita e Famiglia Onlus, i manifesti sarebbero una promozione della loro iniziativa.

“Si tratta solo di una raccolta firme affinché le famiglie possano scegliere cosa si insegna ai figli in tema di educazione sessuale”.

Mentre per il Sindaco di Bologna, Matteo Lepore “È discriminante e strumentalizza i bambini per portare avanti idee sciocche come la presunta teoria gender”.

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Adesso l’amministrazione comunale è passata a consultare un legale per conoscere le modalità per la rimozione di quei manifesti. Inoltre, ci saranno cambiamenti in merito all’affissione dei manifesti. Ecco quanto dichiarato poi dal Sindaco, Matteo Lepore.

 “Non vogliamo inoltre che si ripetano episodi di questo tipo. Per questo stiamo valutando di inserire correttivi alle regole attuali sulle affissioni pubbliche perché tra libertà di espressione, sempre da difendere e garantire, e campagne discriminatorie c’è una bella differenza. Una differenza che la destra non sa, o non vuole capire. A Bologna non tolleriamo l’intolleranza. Viva la libertà. Quella vera. Di tutti per tutti”.

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I promotori però affermano che quei manifesti sarebbero in realtà anche “un messaggio a tutela dei bambini e delle famiglie, un messaggio in nessun caso offensivo né sessista né discriminatorio”.

Forse nella visione del loro mondo ideale, dove solo loro possono decidere chi devi amare, come educare i bambini, e chi possono diventare genitori o creare una famiglia.

Fortunatamente viviamo ancora in una democrazia!

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