In Cina portachiavi di animali vivi

Nella Repubblica Popolare Cinese i diritti degli animali sono ancora sconosciuti, anche se le associazioni animaliste cinesi stanno cercando di contrastare le innumerevoli violenze contro gli animali.

Durante il solstizio d’estate nella città di Yulin in Cina si svolge una manifestazione culinaria a base di carne di cane, perché il consumo di questo tipo di carne è una tradizione millenaria nella cultura popolare cinese, ma anche in altre nazioni asiatiche il consumo non è da meno.

Basta ricordare che i ristoranti cinesi servono circa 10mila cani e circa 8mila gatti ogni anno e tutto per delle credenze popolari che affermano di proprietà “curative” di queste carni, smentite ovviamente dalla scienza.

Purtroppo oltre al massacro per la loro carne, i cani vengono massacrati per la creazione di guanti e altri oggetti di pelle. Oggetti che vengono esportati anche all’estero, compresa l’Italia e venduti a ignari acquirenti e da qualche anno nelle bancarelle vengono commercializzate dei souvenir creati con animali vivi.

I piccoli animali (Tartarughe, gechi e pesciolini) sono rinchiusi all’interno di un sacchetto di plastica riempito con dell’ossigeno cristallizzato, sostanze nutritive e sigillate con un anello metallico alla sua estremità dove si possono agganciare le chiavi di casa o il cellulare.Cina_Portachiavi_Animali

Portachiavi con animali vivi che si possono comprare al costo di neppure un dollaro e cinquanta, in svariate bancarelle poste fuori dalle stazioni della metro della capitale cinese.

Nel 2011 una troupe di giornalisti della rete statunitense CNN si era recata in Cina per un servizio relativo alla commercializzazione di questi “specialisouvenir, acquistati dagli stessi cittadini cinesi e da turisti stranieri.

Secondo una commerciante, i piccoli animali imprigionati all’interno del sacchetto possono vivere per qualche giorno ma una volta terminata la riserva di aria presente all’interno del sacchetto, si devono immediatamente liberare in caso contrario moriranno per asfissia.

Al giorno ne vengono venduti circa una cinquantina, secondo le dichiarazioni di un commerciante ma quello che stupisce di più è la motivazione dell’acquisto di questa madre: “Forse morirà, ma mio figlio lo voleva”.Cina_Animali_Vivi_Portachiavi

Motivazione a dir poco criminale e priva di ogni scrupolo che dimostra ancora una volta cosa rappresentano gli animali per determinati esseri umani. Oggetti e niente di più.

Fortunatamente non tutti gli acquirenti rimangono indifferenti a una strage di animali dettata dal denaro, infatti, alcuni comprano con il solo e unico scopo di rimettere in libertà (quindi salvare) le povere vittime, senza dimenticare le varie associazioni animaliste cinesi che lottano ogni giorno per riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica su tutti gli abusi perpetrati dagli esseri umani verso gli animali.

L’Associazione Animals Asia ha rilasciato una dichiarazione alla CNN attraverso David Neale un suo rappresentante: “La mancanza di cibo e la diminuzione di ossigeno e aria possono causare la morte di questi animali in un periodo molto breve, una volta che le buste sono sigillate”, non dimentichiamoci che i contatti con alcuni determinati animali come ad esempio le piccole tartarughe potrebbero essere pericolosi per la salute degli esseri umani.

Firmiamo.it ha indetto una raccolta di firme per vietare la vendita di questi oggetti. Di seguito il testo dell’appello: “Tartarughe, pesciolini, gechi, intrappolati VIVI dentro portachiavi di plastica da usare come meri gadget per abbellirci. Il prezzo? Solo 1,50 miseri dollari.

Questi piccoli animali indifesi sono le VITTIME SILENZIOSE DI UNA TERRIFICANTE TROVATA COMMERCIALE che da anni imperversa nei mercati cinesi. Le povere creature sopravvivono in agonia per pochi giorni grazie a quelle due gocce d’acqua messe dentro al portachiavi, dopo di ché, se non vengono liberate, insieme al mazzo di chiavi resta un terribile ricordo di morte. E quelle liberate, quanto possono sopravvivere dopo una tale tortura?

Molte vengono dimenticate dentro le borse, sballottate al buio tra una corsa casa-lavoro e un salto in palestra, trattate come oggettini di scarso valore – d’altronde li hanno pagati così poco! – che non meritano la stessa attenzione riservata a una borsa o a una bottiglia di vino. In fondo, stiamo solo parlando di una vita.

Ancora in Italia i portachiavi della morte non sono diffusi, ma quanto manca a vederli sbarcare nel nostro Paese attraverso l’enorme giro d’affari nero che parte dalla Cina e che nessuno controlla? Non possiamo permetterlo!

Firmate la petizione, dobbiamo farci sentire a gran voce e fare in modo che qualcuno possa intervenire per estirpare questo scempio dal suo paese d’origine!”.

Gli animali non sono oggetti ma esseri viventi.

Fonte: Il Fatto Quotidiano; Firmiamo.it; Verosimilmente Vero Blog.

 

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