L’amore senza etichetta

“Qualcuno pretende di negare la realtà e piegarla ad una regola astratta, con la stessa logica dei campi di concentramento, ma questo non è possibile. Il riconoscimento della forma matrimoniale con altro nome, previsto dal ddl Cirinnà, tende a distruggere il riconoscimento e l’appoggio sociale ai legami umani, quelli che prendono in conto le differenze e il futuro, come sono i legami familiari originari. Prevalgono istinti di morte. L’Isis non è poi molto diverso”. Questo il ‘pensiero’ di Mario Binasco, docente di psicologia e psicopatologia dei legami familiari, della sezione italiana dell’Ecole Européenne de Psychanalyse durante l’audizione in Commissione Giustizia delle associazioni pro-famiglia per la discussione della nuova legge sulle unioni civili. L’ISIS uccide gli omosessuali lanciandoli dai palazzi e lapidandoli, dopo un processo farsa come uccide credenti cristiani sgozzandoli senza pietà.

matrimoni_gayLe unioni civili omosessuali sono viste come la morte della ‘famiglia tradizionale’. L’amore denominato ‘omosessuale’ fa paura, è considerato anormale, un male assoluto da cancellare e le persone omosessuali malati da guarire con le famigerate terapie riparative o con violenze fisiche o eliminati fisicamente o indotti al suicidio o picchiati e umiliati all’interno della propria famiglia e nelle istituzioni come la scuola. Costretti a fingere di essere quelli che non si è. Costretti a guardarsi le spalle per paura di repressioni solo per il coraggio di essere se stessi.

Io e la mia ragazza non possiamo camminare per strada mano nella mano. Ogni volta che è successo siamo state minacciate di essere picchiate o violentate per ‘portarci dall’altra sponda’. Dico la verità, la storia la vivo alla luce del sole, ma con i miei amici e in casa. In mezzo alla strada non mi sento tranquilla. E vorrei evadere, vorrei andare in un posto dove c’è la libertà. Perché per me il problema è anche Napoli. Per le strade di Napoli io e Giulia possiamo essere solo amiche. Punto”. Questo è Il terrore di amare e di essere amati alla luce del sole.

coppia

La storia di Giulia e Laura è la storia di un amore adolescenziale impossibile per la società omofoba e bigotta italiana. Derise, umiliate e discriminate nell’ambiente scolastico (tempio dell’istruzione che dovrebbe forgiare ed educare i nuovi cittadini italiani) e abusi fisici nell’ambiente famigliare (la famiglia che dovrebbe proteggere i propri figli dal male esterno) e tutto questo dolore solo per il loro amore considerato ‘anormale’. Il classico amore scoppiato tra i banchi del Liceo, infatti, Laura e Giulia sono compagne di classe e si sono innamorate e fidanzate poco dopo. Una storia d’amore inizialmente vissuta nelle tenebre per paura ma poi la decisione di viverla alla luce del sole come dovrebbe essere una storia sentimentale, purtroppo non tutti la pensavano in questa maniera come il vicepreside e le insegnanti del loro Liceo. Ecco quanto raccontano da Laura: “Il vicepreside diceva in giro che portavo le ragazze a diventare lesbiche, che era una malattia e io la stavo diffondendo. Durante le lezioni una delle nostre professoresse ripeteva che facevamo schifo, che non eravamo normali. ‘La gallina va col gallo o con un’altra gallina?’ chiedeva alla classe. Le mie compagne venivano fermate per i corridoi dai professori e veniva consigliato loro di non frequentarmi. Un giorno il vicepreside ha convocato la madre di Giulia per dirle che la perseguitavo e le stavo facendo il lavaggio del cervello”.

It's_Love

Purtroppo per Giulia ‘quella’ voce una volta giunta all’orecchia del padre ha scatenato una violenza fisica e psicologica. Segregata in casa e con il cellulare sequestrato alla fine è stata costretta scegliere: “O scegli noi o scegli lei” ma come sempre in queste drammatiche vicende hanno scelto loro per lei, cacciandola di casa. Giulia e Laura invece di abbassare la testa hanno combattuto per il loro amore, denunciando il Liceo e Giulia suo padre per le violenze subite, tornando a vivere in famiglia dove la mamma l’ha ‘accettata’ mentre il padre non del tutto. Nel loro Liceo il clima non è cambiato nei loro confronti ma la maturità è vicina e una professoressa ha preso le sue difese davanti al preside.

E questo lo si può considerare un amore ‘anormale’? No! Si tratta di amore! E basta!

Da poco è andato in onda un servizio di Giovanna Nina Palmieri della trasmissione ‘Le Iene’ di Italia1. Una vicenda che dimostra ancora una volta cosa significa amare ed essere amati.

Ecco cosa ha scritto:

Più o meno due settimane fa sono piombata nella vita di due fidanzati, Walter ed Emanuel, insieme da 13 anni. Tutto è cominciato da questa mail:

“Sono Walter e sono ricoverato ad Aviano per un linfoma che mi sta separando dal mio compagno…Non abbiamo tutele se non il cuore enorme di mio papà… Se la malattia e voi me ne date il coraggio, vorrei far capire che amore è amore, assistenza è assistenza, diritto è diritto e una lacrima è una lacrima.”

24 ore dopo ero da loro. Quando sono tornata a casa, dopo due giorni pienissimi di tutte le emozioni che vi possono venire in mente ho scritto questo:

“Faccio un lavoro stupido e bellissimo. Faccio un lavoro che si prende tutto di me, che mi ruba il tempo, che mi fa dire parolacce e piangere e ridere come “si deve”. Faccio un lavoro che oggi mi ha portato da Walter e dai suoi due uomini, Emanuel, il suo compagno e Piero, il suo incredibile eppure normalissimo papà. Faccio un lavoro che ha regalato a Walter un sorriso che spero duri ancora per molto, nonostante la cattiveria della vita che con lui è stata proprio stronzissima. Faccio un lavoro che stasera mi mette a letto con la testa piena di pensieri “pensierosi” e il cuore che vorrebbe nascondersi e godersi questo tumulto. Forza Walter. Non sai quanto mi hai fatto sentire fortunata.”

Neanche 10 giorni dopo il nostro incontro Walter se ne è andato. Ho fatto in tempo a volergli bene, ad appassionarmi a lui, a sentire mie le sue preoccupazioni. […] Ieri al funerale di Walter il suo papà, Piero, ha detto a me e ad Alessandro, mio collega e amico: “Grazie per averlo ascoltato: ci teneva tanto e gli avete regalato il suo ultimo sorriso. Per lui è stato il giorno più bello.”

Ciao Walter. Sono certa che il tuo messaggio arriverà forte e chiaro anche al cuore di chi non vuole vedere.

Nina

E tutte le associazioni a difesa della famiglia tradizionale che si battono per impedire il riconoscimento delle unioni civili omosessuali hanno paura di Giulia e Laura, di Walter ed Emanuel, di Carlo e Giacomo, di Milena e Chiara e di tutte le altre coppie che si amano e che vogliono vivere il loro amore alla luce del sole.

Alla fine hanno paura dell’amore. L’amore senza etichetta.

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