Omicidio Grigoryeva Confessa il presunto assassino. Le autorità moscovite hanno reso pubblico che un uno dei tre sospettati dell’omicidio di Yelena Grigoryeva, attivista LGBT si è dichiarato colpevole.
Una notizia che non ha convinto gli amici della vittima.
L’omicidio dell’attivista russa LGBT Yelena Grigoryeva ha scatenato diverse proteste e dubbi in una Russia, dove l’omofobia è di Stato.
Uccisa il 21 luglio scorso in una strada poco distante dalla sua abitazione di San Pietroburgo. Otto coltellate e un tentativo di strangolamento. A pochi giorni dall‘uccisione le autorità russe hanno fermato e arrestato 3 uomini sospettati di essere coinvolti nell’omicidio.
Il 2 agosto la polizia ha reso pubblico un video in cui (presumibilmente) uno dei 3 arrestati un certo Alesei Volnyank (28 anni) si è intestato l’omicidio.
“Mi ha insultato troppo! Ed io essendo in uno stato di ebbrezza alcolica, ho perso la calma”.
Confessione del presunto assassino
Una confessione che avvalora la tesi delle autorità moscovite che l’ha sempre ritenuto un omicidio causato dall’alcool e non dall’omofobia.
Conclusioni cui non hanno mai creduto gli amici della Grigoryeva che continuano a dichiarare che l’omicida della loro amica è ancora a piede libero. Rimarcando che la Grigoryeva ha sempre ricevuto minacce per la sua attività per i diritti civili LGBT, in particolare prima di essere uccisa.
RISCATTI by A.J.Reed
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