Omofobia per la giornata contro l’omofobia

La Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia si celebra il 17 maggio di ogni anno e si tratta di una ricorrenza dell’Unione Europea. Questa iniziativa fu ideata dal curatore del Dictionnaire de l’homophobie Louis-Georges Tin con la prima giornata internazionale celebrata nel 2005, proprio a 20 anni di distanza dalla cancellazione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Solo nel 2007 l’Unione Europea istituì ufficialmente la giornata contro l’omofobia su tutto il territorio dell’Unione in seguito alle dichiarazioni omofobe rilasciate dalle autorità polacche e nel 2009, la campagna di sensibilizzazione fu incentrata sulla trasfobia e contro la violenza alle persone transgender, modificando il nome ufficiale in “Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia” (International Day Against Homophobia and Transphobia).

In molte città italiane sono state organizzate diverse manifestazioni a sostegno della “Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia” come a Lecce, dove è stata organizzata l’iniziativa “RainbowDay” che ha visto un episodio di omofobia e razzismo da parte di un proprietario di un chiosco-bar.  A Lecce il “RainbowDay”, iniziativa per altro patrocinata dallo stesso comune e organizzata dall’associazione LeA Liberamente e Apertamente si pone come obiettivo quello di sensibilizzare l’intera cittadinanza sui temi dell’omosessualità ed essendo una manifestazione itinerante ha toccato vari punti della città di Lecce.

Nella centralissima via Trinchese, luogo di partenza della stessa manifestazione indetta per la “Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia” è comparso un manifesto con la frase: “Genitori, tenete lontani i vostri figli dai gay“. Invito omofobo esposto in bella vista da un commerciante all’esterno del suo chiosco-bar.

Questo il racconto di una rappresentante dell’associazione LeA Liberamente e Apertamente Gaia Barletta: “Eravamo in via Trinchese dalle 11 come da programma, e siamo state accolte da questo cartello. La tappa era pensata per i bambini, con il racconto di fiabe e alcuni giochi per abbattere i pregiudizi. In un primo momento, il titolare del bar aveva scritto la stessa frase su un grande foglio di carta. Alcuni dei partecipanti all’iniziativa lo hanno quindi strappato. Non contento, lo ha riportato su una lavagna”.

In Italia la strada per sconfiggere l’odio e l’omofobia è ancora in salita e piena di ostacoli ma di sicuro non saranno questi episodi a fermare il cammino verso i diritti civili e il riconoscimento delle unioni matrimoniali tra persone dello stesso sesso.