Prete pedofilo reo confesso si salva per un cavillo

Prete pedofilo reo confesso si salva per un cavillo

Un prete accusato di violenza sessuale su un minore e reo confesso, rischia di non fare neppure un giorno di carcere per un cavillo legale.

La vicenda risale al 2016, quando una coppia di genitori denuncia il parroco Roberto Piccione (Prete del Monselicense) con l’accusa di violenza sessuale nei confronti del loro bambino minorenne, chierichetto dello stesso prete.

Il bambino, come riporta Il Giornale, avrebbe raccontato in famiglia e poi agli inquirenti quanto accaduto con il prete pedofilo, Roberto Piccione. Secondo la testimonianza della piccola vittima, il prete pedofilo avrebbe prima palpeggiato il piccolo poi l’avrebbe posato sulle sue ginocchia e mimato un rapporto sessuale.

Il prete pedofilo Roberto Piccione avrebbe poi confessato la violenza sessuale durante delle conversazioni telefoniche private (Intercettate dalle autorità) con il suo psicoterapeuta e il suo consigliere spirituale.

Registrazioni che inchiodano il prete pedofilo ma che secondo il Gip Cristina Cavaggion non sarebbero utilizzabili al fine della condanna in quanto, potrebbero violare (Se rese pubbliche) il segreto professionale per lo psicoterapeuta e quello religioso per il padre confessore.

L’accusa non si è arresa e ha deciso di portare la richiesta per l’utilizzo di quelle particolari registrazioni davanti al Giudice di Padova, Margherita Brunello che dovrà deliberare o no sull’utilizzo di quelle prove.

Prove che condannerebbero il prete pedofilo, Roberto Piccione al carcere.

 

 

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