Qatar 2022, ragazzo gay violentato dalla polizia

Il Qatar si dimostra –ancora una volta- una nazione omotransfobica

Il Qatar è un paese omotransfobico e misogino. E non è mai stato un mistero. Adeso anche l’ex padre-padrone della FIFA, Blatter ha chiesto scusa pubblicamente per l’assegnazione dei mondiali di calcio 2022 al Qatar.

Scuse che arrivano in ritardo e che sanno di ipocrisia. L’assegnazione dei mondiali di calcio 2022 al Qatar è stata data semplicemente per una questione di soldi. Poco importava se in quella determinata nazione i diritti civili sono carta straccia.

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Alì uomo gay –di origine filippina- si era trasferito a Doha nella speranza di un futuro migliore ma ha trovato l’inferno.

L’omosessualità in Qatar è un reato punibile con pene carcerarie e anche con la pena di morte. E le autorità controllano le varie app di incontri per gay, creando profili falsi con cui attirare le vittime, arrestarle, torturarle per costringerle a rivelare i nomi di altri gay.

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Alì, nonostante avesse preso le sue precauzioni, è caduto nella trappola della polizia. Dopo aver fissato un appuntamento in albergo con un possibile partner, si è ritrovato ad aspettarlo sei poliziotti.

In quella situazione non ha opposto nessuna resistenza, anche perché sarebbe stato inutile, anche se ha pensato di fuggire dalla finestra.

“Volevo saltare davvero giù, ma non potevo, il palazzo era troppo alto ed ero circondato”.

Una volta bloccato “Mi hanno catturato e buttato sul letto. Poi mi hanno violentato”.

Alì è stato trattenuto in cella per un giorno per poi essere deportato nelle Filippine, suo paese natale.

Una storia drammatica che possiamo dire ‘finita bene’, viste le Leggi in vigore contro l’omosessualità.

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