Qatar 2022, vietate le bandiere rainbow

Qatar 2022, vietate le bandiere rainbow

I Mondiali di Calcio 2022 sempre di più anti LGBT+

Sapevano tutti che in Qatar essere cittadino LGBT+ o donna significa vivere sotto costante terrore. Che ogni giorno si rischiano discriminazioni e peggio, carcere e frustate per gli omosessuali – compresi i cittadini stranieri – che vengo accusati di atteggiamenti illegali alla morale.

Una situazione che avrebbe dovuto impedire l’assegnazione dei Mondiali di Calcio 2022 a questa nazione. Purtroppo il denaro compra tutto.

Non dimentichiamo che nel Qatar l’omosessualità maschile è illegale, mentre formalmente quella femminile non è condannata pubblicamente. I cittadini di religione musulmana rischiano la pena di morte.

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E dopo che le autorità del Qatar avevano dichiarato che anche i tifosi LGBT+ sarebbero stati i benvenuti ma solo a patto che evitassero effusioni in pubblico o gesti per così dire ‘gay’, ecco l’ultimo divieto alla comunità LGBT+.

Il generale Abdulaziz Abdullah Al-Ansari – a capo del Comitato Sicurezza dei Mondiali – ha ‘consigliato’ ai tifosi di non esporre e sventolare nessuna bandiera rainbow o simbolo a favore dei diritti civili LGBT+.

E tutto questo, sempre secondo il generale “per protezione, perché non si possono controllare tutte le persone”.

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Inoltre – ipocrisia allo stato puro – “Se un tifoso sventolasse una bandiera arcobaleno gliela toglierei. Non per insultarlo, ma per proteggerlo. Perché se non lo attacco io, potrebbe farlo qualcun altro e non siamo in grado di garantire il corretto comportamento di tutte le persone. A quel tifoso chiederei poi che bisogno ci sia di sventolare quella bandiera in questo contesto”.

E pensare che nel 2020 il responsabile del Comitato Sociale e Istruzione della FIFA, Joyce Cook aveva garantito che non ci sarebbero stati problemi o divieti nell’esporre bandiere e magliette rainbow all’interno degli stadi. Purtroppo la realtà è diversa.

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Non solo diritti civili ma anche morti sul lavoro. Durante la costruzione degli stadi che ospiteranno le partite di calcio sono deceduti oltre 6.500 operai con una media di 12 persone a settimana. Di cui la maggiore parte di essi erano immigrati. E tutto per le condizioni disumane in cui erano costretti a lavorare. Anche se – come sempre – il Comitato organizzatore di Qatar 2022 parla di soli 37 decessi legati direttamente alla costruzione degli stadi e altre 34 decessi non collegate direttamente.

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