Rimosso dal vescovo il parroco che ha unito civilmente due donne presso il comune romano di Sant’Oreste.
La vicenda del prete in veste di sindaco aveva fatto subito il giro del web e la notizia è stata riportata da numerose testate giornalistiche. Un’unione civile fuori dal comune, e non perché si trattava di un’unione civile gay ma per l’officiante.
Don Emanuele Mascatelli parroco di San Lorenzo Martire aveva presentato una richiesta ufficiale al Sindaco Valentina Pini per poter ufficiare l’unione civile delle sue amiche.
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‹‹ Il parroco mi ha chiesto di potere avere la sua delega per sposare due donne›› così ha dichiarato il Sindaco Pini che ha concesso la delega per ‹‹ non ledere i diritti di nessuno››.
E così Francesca (38 anni) e Beatrice (50 anni) si sono potute unire civilmente durante la cerimonia ufficializzata in Comune da Don Emanuele Mascatelli con fascia tricolore.
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Celebrazione che però non è stata gradita dal suo superiore il Vescovo Rossi della Diocesi di Civita Castellana con relativa decisione di sostituire il Don ‘tricolore’.
Il trasferimento è stato annunciato dal vescovo Rossi, durante una breve omelia davanti ai fedeli e allo stesso Don Mascatelli.
Decisione che di certo scatenerà diverse polemiche anche perché non è stata data nessuna motivazione del trasferimento in un’altra parrocchia. A questo punto, la causa scatenante potrebbe essere stata la sua partecipazione come officiante all’unione civile delle sue amiche.
Una punizione causata dall’omofobia della Chiesa? O dal comportamento inappropriato dello stesso prete che ho officiato con la fascia tricolore?
A questo punto però è lecito domandarsi: se al posto di due donne, ci fosse stata una coppia eterosessuale, il Vescovo avrebbe preso le stesse misure? Oppure avrebbe fatto finta di nulla, lasciando al suo posto Don Emanuele Mascatelli?
