Sorrento nel Chiostro di San Francesco No unioni gay

Sorrento nel Chiostro di San Francesco No unioni gay

Nel Chiostro di San Francesco nella città di Sorrento è vietato celebrare le unioni civili gay mentre sono ammesse quelle per le unioni eterosessuali (Civili e religiose). A neppure 2 anni dall’approvazione della Legge Cirinnà sulle Unioni Civili tra persone dello stesso sesso, resistono ancora delle resistenze omofobe.

La denuncia di questa discriminazione omofoba è stata fatta all’Huffington Post Italia da Vincenzo D’Andrea e dal suo compagno Heriberto Vasquez Ciro (Detto Beto) che avevano scelto il Chiostro di San Francesco come location per il loro ‘Sì’ d’amore.

Lo storico edificio è di proprietà del Comune di Sorrento ed è lo stesso Sindaco Cuomo a spiegare il netto rifiuto alla celebrazione dell’unione civili tra Vicenzo e Beto: “Sì la struttura, nella quale si svolgono diverse attività, è del Comune e ospita su un piano le celle dei monaci francescani, i quali per accedervi passano dal Chiostro. Sin dall’approvazione della legge Cirinnà abbiamo stretto con loro un accordo verbale ma chiaro: matrimoni civili sì, unioni civili no”.

Quindi il divieto di celebrazione delle unioni civili gay nel Chiostro di San Francesco è dovuto a un accordo non scritto tra l’amministrazione comunale e i frati francescani. Però il Sindaco di Sorrento non ha mai nascosto la sua contrarietà alle unioni civili tra persone dello stesso sesso e al tempo stesso, afferma che le Leggi si devono rispettare tranne quando si fa un accordo silenzioso con la Chiesa.

E chi l’accusa di aver discriminato una coppia gay, il Sindaco risponde: “Io non discrimino gli omosessuali, noi non vietiamo le unioni civili ci sono tre luoghi nei quali si possono celebrare e sono strutture altrettanto belle. Nel Chiostro di San Francesco non si può fare, punto”.

Vincenzo e Beto alla fine hanno optato per un’altra splendida location per il loro matrimonio, anche se il rifiuto da parte del Comune per l’utilizzo del Chiostro di San Francesco gli ha lasciato l’amaro in bocca.

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