La CEI attacca il primo sì unioni gay

14 voti a favore, 8 voti contrari e un astenuto. La Commissione Giustizia di Palazzo Madama ha finalmente approvato il testo base (proposto dalla relatrice Monica Cirinnà del PD) che disciplina le unioni civili tra persone dello stesso sesso (e non) e le adozioni omosessuali tramite lo Stepchild Adoption con il voto contrario di NCD, Lega e Forza Italia mentre il PD e il M5S hanno votato a favore del testo. Il senatore Ciro Falanga di Forza Italia è stato l’unico tra i membri a decidere per l’astensione.

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Il seguente testo riconosce i diritti sociali fondamentali sino a oggi riservati alle sole coppie eterosessuali sposate (rito civile o rito religioso) come la pensione di reversibilità per il coniuge vivente, subentro nel contratto d’affitto, assistenza in ospedale, mantenimento temporaneo dell’ex partner in difficoltà e anche la possibilità di stipulare tramite un notaio dei contratti di convivenza per regolare i rapporti patrimoniali tra i due conviventi. I matrimoni celebrati in altre Nazioni come i matrimoni in cui uno dei due coniugi abbia cambiato sesso saranno riconosciuti come unioni civili ma per quanto riguarda le adozioni, il divieto rimane, però in casi particolari si potranno adottare il/i figlio/i del coniuge attraverso lo Stepchild Adoption, già in vigore in altre nazioni. Lo Stepchild Adoption prevede l’adozione di un bambino che vive all’interno di una coppia omosessuale ma se è il figlio biologico di uno solo dei due coniugi. Dalla prima proposta avanzata da Arcigay datata 1985, questo testo base potrebbe essere il primo passo in direzione di una vera e propria legge sul riconoscimento delle unioni civili dello stesso sesso facendoci finalmente entrare in Europa augurandoci non debbano passare altri 30 anni per la prima votazione parlamentare.

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La costituzione di una unione civile è abbastanza semplice, infatti, basta sottoscriverla alla presenza di un ufficiale di Stato Civile e due testimoni per poi essere trascritta in un registro comunale e tutto sarà certificata da un documento di avvenuta costituzione dell’unione civile corredata dai dati anagrafici, dal regime patrimoniale e dalla residenza dei due “coniugi. I due coniugi poi potranno scegliere uno dei due cognomi o entrambi. Naturalmente esistono dei casi limiti in cui l’unione civile è vietata come ad esempio se uno dei due è ancora sposato, oppure pende una condanna per omicidio o tentato su eventuali altri coniugi, ma darà modo ai due coniugi di essere riconosciuti come coppia al pari di quelle sposate nei diritti di assistenza sanitaria, carceraria o in capo economico l’unione o separazione dei beni, il subentro nel contratto d’affitto e la tanto sospirata reversibilità della pensione.

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Sappiamo bene che in alcuni casi l’amore può finire e si decida di prendere strade differenti per quanto riguarda le coppie sposate ci si affida al divorzio e per le unioni civili? Nel caso delle unioni civili lo scioglimento delle medesime sarà regolato dagli articoli del codice civile.

Quindi tutto apposto? Non proprio. La CEI (Conferenza Episcopale Italiana) non ha fatto mancare il suo parere riguardo all’approvazione da parte della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, naturalmente parere contrario attraverso il Segretario Generale della CEI, Mons. Nunzio Galantino: “Vuole fare una forzatura ideologica, ridurre realtà oggettivamente diverse a una” citando la parte concernente, le unioni civili omosessuali in senso “matrimoniale”.

Il testo Cirinnà dovrà essere sottoposto al giudizio del Parlamento Italiano che lo potrà modificare, approvare o affossare e qui l’appello di Mons. Galantino a tutti i parlamentari: “Si tratta di lavorare perché questa proposta non vada avanti. Ci sono alcuni particolari che non convincono. Ci sia la volontà e la capacità di interpellare le famiglie, sentire che cosa pensa la gente, altrimenti si va avanti soltanto a lobby. E ci sarà un momento in cui le famiglie con un padre, una madre e dei figli dovranno chiedere scusa di esistere”.

A quando le scuse del Vaticano e della Chiesa Cattolica per le interferenze (non richieste) nella vita dei cittadini italiani e in particolar modo nelle decisioni dello Stato Italiano? L’Italia è nata come nazione laica e tale deve rimanere.

Fonte: Corriere della Sera

 

2 Risposte a “La CEI attacca il primo sì unioni gay”

  1. divorzio.. interruzione della gravidanza ed ora le unioni civili: quand’è che questi individui, pur continuando a poter esprimere liberamente la loro opinione, smetteranno di mettere il becco negli affari Italiani ???
    Non si vergognano di esibire il loro passaporto vaticano per sfuggire la giustizia Italiana ogni volta che emergono le loro malefatte ???
    p.s. signor galantino, a dirla papale-papale, il fatto che la proposta di legge della Signora Cirinnà non la convinca, non mi fa un baffo !!!

    1. Purtroppo i politici italiani di qualsiasi parte politica continuano a restare attacchi alle sottane dei preti. Rispettiamo la libertà di parola e di pensiero ma ognuno è padrone a casa propria.
      “Libera Chiesa in libero Stato” una frase coniata da C. de Montalembert e ripresa più volte da C. Benso di Cavour, anche il 27 marzo 1861, in Parlamento quando appoggiò l’ordine del giorno che acclamava Roma Capitale d’Italia.

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