Pasolini e la profezia sulla sua morte

<< La morte non è nel non poter comunicare, ma nel non poter più essere compresi>>Pier_Paolo_Pasolini_1

Pier Paolo Pasolini (1922 – 1975) si può considerare uno dei maggiori invellutali del XX Secolo. Regista, poeta, scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, editorialista italiano e forse anche premonitore della sua stessa morte.

Nel 1959 Pier Paolo Pasolini scrisse una sceneggiatura cinematografica nella quale riesce ad anticipare lo scenario del suo omicidio avvenuto al Lido di Ostia nel 1975 solamente che nel film la location è Milano e non Roma. La Milano del cosiddetto “Boom Economico”, grattacieli, bar nella periferia della città e i teppisti che si rifacevano ai “Teddy Boy” britannica (Teddy Boy o semplicemente Ted fu una subcultura che si rifaceva allo stile di vita dell’epoca edoardiana. Il nome fu preso in prestito dal titolo di un articolo di un quotidiano del 1953 che aveva abbreviato il nome Edward in Teddy. I Teddy Boy erano soliti riunirsi in bande che si scontravano fra loro e uno degli scontri più violenti risale al 1958 a Notting Hill, dove insieme a bande razziste e neonaziste, organizzarono delle ronde di quartiere con il solo scopo di distruggere le proprietà degli immigrati di origine africana, aggredendone alcuni) anche se facevano parte della borghesia italiana.

Di questo script cinematografico se ne erano perse le tracce per molti anni, alcuni addetti ai lavori pensavano anche che non fosse mai esistito ma nel 2006 Graziella Chiarchiossi scrisse per il quotidiano La Repubblica della sceneggiatura, affermando anche che quel determinato film di Pasolini negli archivi non c’era traccia. Un film di Pier Paolo Pasolini che non vide mai la luce.

A distanza di anni però “La Nebbiosa” (Lo script cinematografico è stato pubblicato) è venuto alla luce non solo un inedito Pasolini ma anche una visione profetica della violenza futura da parte di giovani teppisti e della sua drammatica fine.

Il regista durante il processo di creazione, soggiornò quasi un mese a Milano frequentando egli stesso i Teddy Boy per riuscirne a comprenderne il disagio giovanile alternando nei dialoghi l’uso dello slang giovanile al dialetto milanese dei “Sciuri”.

Questo l’inizio della sceneggiatura in cui descrive il capoluogo lombardo in versione notturna: “Un luccicante bar della zona Metanopoli: splende il neon sulle vernici, sui metalli. Dalle grandi invetriate si vede l’esterno: un panorama crudele di file di luci e di palazzi di vetro, simili a globi di chiarore”.

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L’ultima notte dell’anno da festeggiare all’insegna della violenza più sfrenata. Questa l’idea dei Teddy Boy pasoliniani e per dare il via alla serata decidono di aggredire una coppietta appartata in auto (Tipici milanesi medi. Lui commerciante e lei la sua giovane segretaria) e dopo averli insultati, pesantemente, li prendono a bastonate per poi dileguarsi nella notte.

La notte è lunga e i divertimenti sono tanti. Rubano un’auto con cui si dirigono a Bollate, dove sottraggono i gioielli votivi a una statua della Vergine Maria posta all’interno di una chiesa. Gioielli falsi che useranno per rivestire una barbona che dorme in mezzo alla strada. Un gesto di puro cinismo come quando rapiscono tre donne della Milano Bene costringendole a un’orgia dopo averle fatte ubriacare per poi recarsi alle tre del mattino in un night club, trasformando la serata in una rissa ma è l’epilogo dello script cinematografico che colpisce maggiormente.

Poco prima dell’alba il gruppetto dei Teddy Boy milanesi decide di far salire nell’auto un omosessuale e dopo averlo portato in un luogo isolato (Uno spiazzo) lo denudano per poi massacralo di botte. Uccidendolo con una ferocia inaudita.

Un copione che si ripeterà nella realtà al Lido di Ostia nel 1975.

Fonte: Dagospia, Libero.

 

 

 

 

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