Sud Africa e la caccia ai militari gay

Sud Africa e la caccia ai militari gay

La notizia proveniente dalla Corea Del Sud della messa in stato di accusa del Generale Jang Jun-kyu (Capo di Stato Maggiore) per aver organizzato una vera e propria caccia ai gay all’interno delle forze armate sudcoreane ha riportato alla luce il difficile rapporto tra forze militari e gay. Non solo in Sud Corea ma anche nel resto del mondo, compresa l’Italia.

Il piano prevedeva l’utilizzo delle più famose app per incontri per individuare, arrestare e interrogare i soldati gay. La caccia ai gay ha fatto 50 vittime, 20 delle quali dovranno rispondere del loro orientamento sessuale a causa delle Leggi anti-omosessualità nell’esercito.

Nella Corea del Sud, l’omosessualità non è reato ma non è stata ancora del tutto accettata a livello sociale e all’interno delle forze armate, vige una Legge che prevede 2 anni di carcere per quei militari considerati gay.

Quanto accaduto in Corea del Sud è poca cosa in confronto a quanto accaduto tra il 1971 e il 1989 nell’esercito sudafricano durante il regime dell’Apartheid. In quel determinato periodo furono eseguite circa 900 operazioni chirurgiche per la “riassegnazione del sesso” dei soldati gay.

A quei tempi, non esistevano le app d’incontri e internet, così le autorità si affidarono ai cappellani militari e a team di psichiatri per scoprire i soldati gay.

La “riassegnazione del sesso” era l’ultimo tentativo di “curare” i soldati gay dopo “cure” a base di elettroshock, di ormoni e altre pratiche “mediche” per la cura dell’omosessualità.
Lo scopo era di “guarire” i soldati gay con delle “cure mediche” precise e solo alla fine, i medici, utilizzavano la “riassegnazione del sesso” per via chirurgica con o senza il permesso del soldato. I maggiori decessi avvennero tra le pazienti donna (Suicidi e devastazione psicologica).

Il responsabile di questi crimini era lo psicologo Aubrey Levin che dopo essere fuggito in Canada, si rifece una vita. In Canada Levin divenne professore clinico (Dipartimento di Psichiatria, divisione Forensie) presso l’Università Medical School di Calgary (Canada) e al tempo stesso, continuò a “curare” gli omosessuali nel suo studio privato come membro del Collegio dei Medici e Chirurgia di Alberta (Canada).

Nel 2012 Aubrey Levin fu arrestato dalle autorità canadesi dopo la denuncia di abusi sessuali da parte di un suo paziente, che aveva filmato con una telecamera nascosta, una seduta con lo psicologo.

Aubrey Levin seguiva lo stesso copione con la maggior parte dei pazienti maschi: Li obbligava a denudarsi e con la scusa di “curarli” gli accarezzava ripetutamente i genitali.

Adesso Aubrey Levin sta pagando per i suoi crimini.

Pubblicato in precedenza su Io Sono Minoranza

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