Ddl Cirinnà: caos, battaglia e diritti negati

Ieri sarebbe potuta essere una giornata storica per l’Italia, il giorno in cui sarebbe entrata di diritto tra le grandi Nazioni democratiche e invece, i nostri politici hanno dimostrato la loro incapacità di far approvare una legge che sanciva (Dopo 30 anni) l’istituzione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e della Stepchild Adoption.

Un diritto ancora negato a tutti quei cittadini italiani che pur pagando le tasse, risultano essere cittadini di serie B.

Noi tutti abbiamo sperato, dopo mesi di rinvio della discussione in Senato che sarebbe stata la volta buona per vedere approvato il Ddl Cirinnà tra manifestazioni di piazza pro e contro, attacchi indegni dalla stampa di destra, “sgambetti” da parte dei rappresentati del Vaticano, si pensava che la strada fosse segnata e che sarebbe stata approvata e invece, ci siamo svegliati in un vero e proprio incubo all’italiana.

Diritti_Civili
Diritti_Civili

La relatrice del Disegno di Legge la Senatrice Dem Monica Cirinnà aveva fatto da tramite con i senatori del Movimento Cinque Stelle per ottenerne l’appoggio e far approvare in modo definitivo la Legge sulle unioni civili ma qualcosa è andato storto.

Da settimane i senatori del Movimento Cinque Stelle continuavano ad affermare che loro avrebbero votato il Ddl Cirinnà senza nessun tipo di modifica, quindi anche con l’articolo 5 relativo alla Stepchild Adoption e che i contrari al loro stesso gruppo parlamentare risultavano in netta minoranza (Solo 3 senatori contrari).

Una mossa quella dell’alleanza con i 5Stelle che metteva alla finestra, non solo il Partito di Angelino Alfano (Nuovo Centro Destra) alleato di Governo, ma anche la fronda interna dei cattolici del Partito Democratico ovvero i CattoDem, entrambi contrari all’approvazione dell’articolo 5 del Ddl Cirinnà.

Monica_Cirinnà
Senatrice_Dem_Monica_Cirinnà

Dall’altra parte dell’emiciclo politico, la Lega Nord di Salvini aveva preparato la trappola degli emendamenti “fake” con il preciso intento di rallentare e, nel caso far cadere la legge attraverso il voto secreto. Emendamenti al Ddl Cirinnà che ben poco hanno a che fare con la politica e il bene del Paese.

Emendamenti creati ad hoc grazie alla semplice sostituzione di una parola o attraverso lo spostamento di una virgola del testo originale. Il senatore Roberto Calderoli della Lega Nord si è vantato di aver creato un programma apposito in grado di creare migliaia di questi emendamenti “fake” in poco tempo.

L’ostruzionismo della Lega Nord, oltre a far rallentare i lavori, avrebbe potuto mettere a rischio l’intera struttura del Ddl Cirinnà, in particolar modo quello dell’articolo 5 (Stepchild Adoption) e di conseguenza l’appoggio dei senatori pentastellati, così l’unica arma rimasta al Partito Democratico era quella dell’emendamento “canguro”.

L’emendamento “Canguro” creato dal Senatore Andrea Marcucci modifica e al tempo stesso lascia invariato il testo del disegno di Legge ma fa decadere la maggior parte degli emendamenti “fake” presentati dall’opposizione. Una procedura, poco ortodossa ma capace di snellire l’intero interim parlamentare.

Sarebbe bastato votare l’emendamento “Canguro” del Senatore Andrea Marcucci (Partito Democratico) e la Legge sulle unioni civili sarebbe stata approvata e invece è successo il caos.

L’annuncio da parte del Leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo di lasciare libertà di coscienza ai suoi per la votazione della Stepchild Adoption è stato il segnale che qualcosa dentro i pentastellati stava cambiando e non in meglio.

Le tensioni all’interno del Partito Democratico per cercare l’accordo tra le 2 anime non hanno di certo aiutato ma il patatrac è avvenuto proprio con la presentazione dell’emendamento “Canguro” che ha in sostanza rotto gli equilibri della maggioranza parlamentare trasversale nata con i piedi di argilla.

La mossa del Partito Democratico di presentare l’emendamento “Canguro” ha da prima indispettito il Movimento Cinque Stelle che poi ha fatto il famoso dietrofront causando (Speriamo solo per il momento) lo stop per l’approvazione del Ddl Cirinnà, mossa che ha ottenuto, tra l’altro i complimenti da parte di Adinolfi, noto per la sua battaglia a protezione della cosiddetta famiglia tradizionale. Una mossa quella dei pentastellati non digerita dalla sua stessa base e dalle varie associazioni LGBT.matrimoni_gay

A questo punto, non avendo i numeri necessari per far approvare il testo originale del Ddl Cirinnà, il Partito Democratico ha deciso per una riunione di emergenza di capigruppo chiedendo e ottenendo uno slittamento di una settimana nella speranza di organizzare le proprie file e cercare, al tempo stesso una via di uscita per far approvare la legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso. In parole povere per cercare i voti necessari per far approvare in tutta sicurezza la Legge sulle unioni civili.

Dopo questo stop, la relatrice Dem Monica Cirinnà si è sentita accusare dal suo stesso Partito di essere la colpevole del rinvio, a causa della troppa fiducia delle promesse del Movimento Cinque Stelle e anche se in un primo momento aveva deciso di lasciare la politica ha fatto dietrofront, decidendo di non abbandonare il campo di battaglia per l’approvazione della Legge anche senza l’aiuto dei voti dei 5Stelle.

Dal fronte pentastellato, dopo le accuse di aver tradito gli elettori e di essersi tirati indietro solo per fare lo sgambetto al Partito Democratico, si cerca di limitare i danni, affermando che loro sono disponibili (E lo sarebbero stati anche ieri) a votare sì al Ddl Cirinnà, lasciando libertà di voto sull’articolo 5 ma mai e poi avrebbero dato il loro apporto alla pratica del “Canguro” ritenuta innaturale per il dibattito parlamentare.

A questo punto, tutto è rimesso in discussione e poco importano i colpevoli di questo ennesimo rallentamento ma una cosa è certa, trascorsa questa settimana di passione se non si riuscirà a far approvare il Ddl Cirinnà in tutte le sue parti, quindi compreso anche l’articolo 5 relativo alla Stepchild adoption, i responsabili dell’affossamento si dovranno assumere le proprie responsabilità davanti ai cittadini italiani e vedremo alla prossima tornata elettorale chi meriterà il voto e chi no. Se loro sono liberi di giocare con i nostri diritti, noi siamo liberi di farli estinguere dal Parlamento!

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