Cagliari, la minoranza in comune propone la carriera alias per i dipendenti trans

Cagliari, la minoranza in comune propone la carriera alias per i dipendenti trans

Mozione presentata dalla minoranza per ottenere la carriera alias per tutti i dipendenti comunali

Al Comune di Cagliari ben presto il personale trans potrà essere identificato con il nome di genere scelto da loro stessi e non con quello anagrafico. La mozione per questo cambiamento è stata presentata dall’opposizione in Consiglio Comunale del Centrosinistra con prima firmataria Giulia Andreozzi, consigliera del gruppo Progressisti.

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Ecco cosa ha scritto in merito la stessa consigliera Giulia Andreozzi nella sua pagina Facebook.

‹‹ Quanto può essere difficile per una persona trans+ presentarsi a lavoro sapendo che verrà chiamata con un nome diverso da quello scelto? Quanto può essere difficile per queste persone essere quotidianamente costrette a celare la propria identità percepita o a sottoporsi all’umiliazione di sentirsi chiamare o di vedere nel proprio badge un nome diverso da quello che hanno scelto?››.

Giulia Andreozzi dal suo profilo Facebook

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Ma in che cosa consiste la carriera alias?

Si tratta di una soluzione utilizzata per gli studenti transgender che non si riconoscono nel loro genere di nascita ma come riportato da Gay.itNon tutti possono accedere a questo strumento – che vale solo esclusivamente all’interno della scuola – infatti, si riferisce solo a quelle persone che stanno affrontando un cambiamento di genere (transizione). Non esiste una modalità di accesso univoca: ogni istituto ha un suo metodo, poiché si tratta di un servizio interno e limitato solo a quella scuola o università”.

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Continuando sul profilo Facebook della consigliera Giulia Andreozzi: ‹‹ Per molte persone trans+, lo stigma sociale e le gravi offese e discriminazioni di cui sono vittime quotidianamente, costituiscono un freno alla ricerca di un’occupazione lavorativa, specialmente in quelle situazioni in cui il percorso di transizione (ancora eccessivamente rigido e burocratizzato nel nostro paese) non sia stato portato a termine e vi sia discrepanza tra l’identità di genere scelta e i dati anagrafici. Consentire alle persone trans+ di essere identificate, anche nel mondo del lavoro, con l’identità di genere scelta anziché con quella risultante dai documenti anagrafici sarebbe fondamentale per garantire loro il diritto alla riservatezza e alla dignità personale e riconoscere il loro diritto fondamentale e inviolabile all’identità personale. Il luogo di lavoro sarebbe in tal modo considerato sicuro e accogliente per le persone trans+››.

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