Il Brasile dell’estrema destra brucia

Il Brasile dell'estrema destra brucia

Il Brasile del Presidente Bolsonaro si sta sempre di più trasformando in un terribile incubo non solo per i brasiliani ma anche per il resto del mondo.

Attualmente il Polmone verde del mondo, la Foresta Amazzonica sta da bruciando da diversi giorni nella più completa indifferenza e complicità dello stesso Presidente brasiliano. La comunità internazionale ha da subito accusato Bolsonaro di non fare tutto il possibile per salvare l’Amazzonia.

Attacchi non sono esterni ma anche interni come quello di Marina Silva, ex Ministro dell’Ambiente del governo di Luiz Inacio Lula da Silva (Dal 2003 al 2008): “Le politiche del governo stanno trasformando il Brasile nello sterminatore del futuro e non possiamo permetterci che ciò accada”.  

A queste accuse il Presidente brasiliano ha replicato semplicemente che “Non abbiamo le risorse per combattere gli incendi in Amazzonia”.

Accusando inoltre le ONG di aver gridato alla ‘psicosi ambientalista’, uscendone anche con un complotto ai suoi danni orchestrato proprio dalle Organizzazioni Non Governative.

“Dato che le ONG perdono fondi… cosa possono fare? Provano a buttarmi giù. Questo è tutto ciò che resta loro da fare”.

Il Presidente del Brasile Bolsonaro

Accuse infondate.

Il Brasile dell’estrema destra brucia

Secondo le stime, gli incendi in Amazzonia sono incrementati dell’83% rispetto all’anno precedente. Incendi che sono provocati dalla stagione secca ma anche l’uomo ha fatto la sua parte. Infatti, gli agricoltori sono soliti appiccare il fuoco alla foresta Amazzonica per liberare la terra per il pascolo. Distruggendo così ettari su ettari di foresta amazzonica.

Secondo Marina Silva in Brasile “si sta inaugurando una stagione di governo dedita al crimine libero, in cui si può attaccare la natura e la comunità senza paura di punizione”.

Analisi cruda ma reale, infatti, basta pensare al blocco dei finanziamenti alla cinematografia non gradita al nuovo regima, in particolare quella a tematica LGBT da parte del Presidente Bolsonaro che ha liquidato il caso come un risparmio per le casse dello Stato.

Decisione che ha fatto felice i suoi elettori evangelici e cattolici, già appagati per la consacrazione del Brasile al Cuore Immacolato di Maria da parte del Presidente Bolsonaro il 21 maggio scorso.

Non tutti però hanno gradito la sospensione dei finanziamenti, infatti, è di oggi la notizia dell’addio di Henrique Medeiros Pires, segretario speciale alla Cultura.

“Ho il massimo rispetto per il presidente della Repubblica e il ministro, ma non intendo approvare una censura”.

Henrique Medeiros Pires ex Segretario speciale alla Cultura

Questo è l’ultimo attacco diretto alla comunità LGBT. Infatti, la prima decisione appena eletto è stata la cancellazione dei diritti civili LGBT, dichiarando inoltre il Brasile non idoneo al turismo gay.

Le politiche estreme di Bolsonaro in fatto di ambiente, di libertà, di economia e diritti civili stanno portando il Brasile all’isolamento internazionale che potrebbe causare gravi danni all’economia interna del Paese con rischi di esplosioni di rabbia sociale. Una boma a orologeria pronta a esplodere.

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