La fecondazione assistita e le Madrinonne

Nel tempo abbiamo assistito a episodi molto discutibili in fatto di pratiche di inseminazione assistita come il caso di qualche anno addietro di Cindy Reutzelmamma surrogato’ dello Stato dell’Illinois, Stati Uniti (Reutzel ha prestato l’utero) per aiutare propria figlia ad avere un figlio, perché impossibilitata a portare avanti una gravidanza a causa di un tumore al collo dell’intestino. Alla fine all’età di 53 anni, Cindy, riesce a partorire la sua nipotina Elle Cynthia Jordan per la gioia di tutta la famiglia. E questo non è stato l’unico caso di nonne surrogate ma quanto sta avvenendo in Gran Bretagna potrebbe aprire la strada a una pratica molto discutibile per i suoi sviluppi di carattere etnici e morali.

In Gran Bretagna una donna di 59 anni sta portando avanti una personale battaglia molto controversa e che con ogni probabilità il suo esito sarà deciso dall’Alta Corte.

fecondazione_assistitaChe battaglia starà portando avanti questa signora britannica, di cui non sono state divulgate le generalità?

La signora in questione ha fatto richiesta di essere sottoposta a una procedura di fecondazione assistita, metodo normale per diventare madre ma vuole utilizzare gli ovuli congelati della figlia, morta 4 anni fa a causa di un cancro. La stessa figlia aveva deciso di congelare i suoi ovuli dopo che le era stata diagnosticata la malattia, nella speranza una volta guarita di poter realizzare il suo sogno di maternità ma purtroppo il cancro non le ha concesso quella gioia e a questo punto che i suoi genitori hanno preso la decisione di realizzare quel sogno stroncato con l’aiuto della scienza.

La madre-nonna dovrebbe far fecondare gli ovociti grazie a un donatore esterno e se dovesse riuscire a realizzare l’operazione sarebbe il primo caso al mondo di un nascituro procreato da una nonna-madre e una madre defunta.

Secondo il ‘Mail On Sunday’ che ha riportato per prima la notizia, sino a oggi nessuna clinica britannica ha accettato tale richiesta costringendo lei e il marito a una possibile fuga verso gli Stati Uniti dove una clinica di New York City al costo di 60mila sterline potrebbe dare l’okay all’intervento. Il problema è che la Human Fertility and Embryology Authority (Hfea) non darà il nulla osta per l’esportazione degli ovuli oltre oceano in quanto, secondo la stessa Hfea non ci sarebbe nessuna prova scritta della volontà della figlia di avvallare quest’operazione, anche se manifestano la loro solidarietà per il dramma famigliare e al tempo stesso confermano che il loro caso sarà discusso dalla Corte Amministrativa (divisione dell’Alta Corte) a data ancora da destinarsi.

utero

Secondo gli esperti la procedura alla quale dovrebbe essere sottoposta la donna ha scarse possibilità di riuscita mentre il rischio di complicazioni è elevato.

Siamo certi che il gesto di questi genitori è dettata dall’amore nei confronti della figlia defunta o invece si tratta di semplice egoismo da parte loro e in particolar modo da parte della madre?

Se dovesse nascere come sarebbe allevato? Come un figlio o come un nipote? E una volta grande come prenderebbe la verità sulla sua nascita? A questo punto sin dove si possono spingere le pratiche di inseminazione assistista?

 

 

 

 

 

 

 

 

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