Lo scandalo gay e aristocratico di Cleveland Street a Londra

Lo scandalo gay e aristocratico di Cleveland Street a Londra

Uno scandalo nella vecchia Londra che coinvolse l’aristocrazia vittoriana

Il caso di Cleveland Street fu uno dei più famosi scandali sessuali a sfondo omossessuale che sconvolse l’aristocrazia vittoriana londinese, arrivando anche all’interno delle stanze di Buckingham Palace.

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Charles Hammond, un gentiluomo inglese, gestiva da diversi anni un bordello maschile al numero 19 di Cleveland Street a Londra (a nord di Oxford Street e vicino a Tottenham Court Road), senza che le autorità o i suoi vicini di casa sospettassero minimamente di cosa accadeva all’interno di quelle mura. E la maggior parte dei frequentatori dell’attività di Charles Hammond erano aristocratici.

La data della fine è quella del 4 luglio 1889 e porta il nome di Charles Swinscow, un ragazzo di 15 anni che lavorava presso il General Post Office come fattorino. Quel giorno mentre si trovava per le vie di Londra a consegnare telegrammi e messaggi urgenti per privati cittadini e aziende, fu fermato da alcuni agenti di polizia che dopo la perquisizione trovarono nelle sue tasche circa 18 scellini. Una somma che insospettì i poliziotti, poiché la paga settimanale come fattorino per la General Post Office era di soli 11 scellini.

Sotto posto a un interrogatorio, il giovane Charles Swinscow confessò di essere stato reclutato da Charles Hammand per lavorare all’interno del suo bordello maschile per la somma di 4 scellini per appuntamento. Alla fine fece anche i nomi di altri ragazzi (suoi colleghi di lavoro) che lavoravano con lui a Cleveland Street. Accuse che portarono all’arresto e all’interrogatorio di Henry Newlove, Algernon Allies e Charles Thickbroom.

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L’ispettore capo Frederick Abberline, che nel 1888 fu responsabile dei detective che davano la caccia al più famoso serial killer della storia, Jack The Ripper si procurò un mandato di arresto per Charles Hammond con l’accusa di prostituzione maschile ma l’accusato aveva già lasciato l’abitazione di Cleveland Street, facendo perdere le proprie tracce.

Le autorità misero sotto controllo l’andirivieni della casa nel caso in cui Hammond fosse tornato. E invece di Hammond trovarono un certo ‘signor Brown’, che fu indentificato da Swinscow e da Thickbroom come un cliente abituale della casa di Cleveland Street. Alcuni agenti lo pedinarono fino alla caserma dell’esercito a Knighsbridge, scoprendo poi che dietro il ‘signor Brown’ si nascondeva il maggiore delle Royal Horse Guards e scudiero del futuro re Edoardo VII, Lord Arthur Somerset (figlio minore di Henry Charles Somerset, ottavo duca di Beaufort).

A quel punto, Lord Arthur Somerset affido la sua difesa all’avvocato Arthur Newton che minacciò di fare il nome del principe Alberto Vittorio, duca di Clarence e figlio maggiore del principe di Galles Edoardo e secondo in linea di successione al trono inglese come altro cliente del bordello di Cleveland Street. A quel punto il Governo inglese decise di ritardare l’incriminazione di Lord Arthur Somerset per evitare lo scandalo di associare il nome del principe Alberto Vittorio al bordello omossessuale di Cleveland Street.

Lord Arthur Somerset fuggì in Francia il 18 ottobre 1889, dove rimase in esilio fino alla sua morte nel 1926.

Gli unici a venire condannati furono le pedine più piccole e senza protezione come Charles Swinscow, Algernon Allies e Charles Thickbroom a 9 mesi mentre Henry Newlove a 4 mesi con lavori forzati.

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Lo scandalo di Cleveland Street si sarebbe potuto chiudere con quelle condanne e invece il giornalista Ernest Parke pubblico il 28 settembre 1889 un articolo sul “North London Press” in cui affermava che “l’erede di un duca e il figlio minore di un duca” erano stati frequentatori di Cleveland Street e il 16 novembre fece i nomi di Lord Arthur Somerset e di Hanry James Fitzory (conte di Euston), indicando anche (senza farne il nome) un membro della famiglia reale come frequentatore del bordello.

I processi che seguirono non portarono a nulla se non alla condanna del giornalista Ernest Parke a 1 anno di reclusione con lavori forzati. Anche l’avvocato Arthur Newton (che difese e aiutò Lord Arthur Somerset a fuggire in Francia) fu condannato a sole sei settimane di carcere per presunta interferenza con i testimoni e aver organizzato la loro fuga all’estero. Nel 1895 Arthur Newtow difese Oscar Wilde nel proprio processo per il reato di ‘sodomia’.

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