Napoli, una lapide che parla di amore gay

Nonostante tutto l’amore non conosce ostacoli, neppure davanti alla morte

In Italia, il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è ancora stato riconosciuto mentre il disegno di Legge ‘DDL Zan’ per una Legge contro l’omotransfobia è ancora ferma in Parlamento ma nonostante tutto questo futuro nero, qualche ottima notizia arriva sempre, anche se dal passato.

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In uno dei cimiteri di Napoli è possibile imbattersi in una lapide molto particolare che testimonia un amore gay.

“Michele Guadagnolo al suo diletto consorte Angelo Sannino (1924)”.

Un legame d’amore gay in pieno periodo della dittatura fascista tra leggi razziali e rischio di confino e diritti negati. Ricordiamo che nella prima stesura del Codice Rocco (1927) era previsto l’articolo 528 che puniva gli omosessuali con una pena detentiva da 1 ai 3 anni di carcere. Articolo che fu cancellato nella versione ufficiale, anche se la repressione del regime nei confronti dei cittadini gay continuò per opera della polizia. Le pene consistevano nella diffida oppure all’ammonizione e al diffido, oltre al confino nelle isole del Mediterraneo come le Tremiti.

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Quella lapide è stata scoperta dal presidente dell’Associazione ‘I Ken’, Carlo Cremona: ‹‹ Una lapide che gronda dell’amore di due uomini che si definiscono coniugi, una parola significativa e simbolica. Impossibile non pensare alla libertà negate di questi conterranei, alla loro dignità nell’immaginare un mondo che prima o poi capirà e considererà di pari dignità questo amore e questa relazione sentimentale. Questa dedica ci racconta ancora oggi un amore vivo e forte nonostante il tempo trascorso››.

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Ancora però non si hanno notizie certe in merito ai due protagonisti e speriamo di sapere qualcosa di più a breve.

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