Tokyo 2020, la Hubbard pesista transgender non riesce nell’impresa

Laurel Hubbard esce di scena da Tokyo 2020 a testa alta, nonostante la sconfitta

La sua gara di sollevamento pesi nella categoria ‘over 87 chili’ è durata meno di 30 minuti ma nonostante questo, la pesista neozelandese Laurel Hubbard (43 anni) transgender dal 2008 ha fatto la storia con la sua partecipazione a queste Olimpiadi.

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L’atleta neozelandese, dopo un lungo silenzio ad eccezione dell’elogio in favore del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) per il via libera alla sua partecipazione a Tokyo 2020 nella categoria femminile. E adesso come riportato dal Corriere della Sera, ha rilasciato una breve dichiarazione.

‹‹Ringrazio prima di tutto il Giappone per aver ospitato questi Giochi in circostanze davvero difficili e tutte le organizzazioni che hanno reso possibile questa avventura olimpica. Quanto a me, sono totalmente consapevole delle controversie sulla mia presenza a Tokyo. Ma colgo questa occasione per ringraziare di nuovo il Cio: ha dimostrato di essere in piena sintonia con i principi dell’Olimpismo e, soprattutto, ha stabilito che lo sport è per tutti, inclusivo e accessibile. Un grazie, infine, anche alla Federazione internazionale: è stata straordinaria››

Laurel Hubbard

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La sua partecipazione nella categoria donne ha da sempre suscitato molte critiche come del resto tutti gli atleti transgender, cui secondo il fronte oltranzista dovrebbero gareggiare nelle categorie del loro genere di nascita. Fortunatamente la Hubbard potrà continuare a gareggiare nella sua categoria come affermato da Richiard Budgett, Capo dello Staff Medico del CIO: ‹‹È una donna e competerà secondo le regole della sua federazione. Noi dobbiamo rendere onore al suo coraggio e alla sua tenacia che l’hanno portata a qualificarsi per i Giochi olimpici››.

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